Economia & Fisco

Bonus mamme 2024: l’Inps fa chiarezza, cosa bisogna fare per ottenerlo

La recente legge di Bilancio 2024 ha introdotto il cosiddetto “Bonus mamme“, un’agevolazione significativa per le lavoratrici con almeno tre figli. Questo bonus consiste nell’esonero totale della contribuzione previdenziale fino a un massimo di 3.000 euro all’anno, riparametrato su base mensile. Una novità importante per il 2024 è che il bonus sarà esteso sperimentalmente anche alle lavoratrici con due figli. Questa agevolazione si applica a tutte le dipendenti del settore pubblico e privato con contratto a tempo indeterminato, escludendo però le lavoratrici domestiche. Finalmente, l’INPS ha emesso le prime istruzioni operative per i datori di lavoro riguardo all’applicazione di questa misura.

Le istruzioni fornite dall’INPS dettagliano i requisiti e forniscono esempi specifici per chiarire la portata dell’agevolazione. In base alla legge di Bilancio 2024, l’esonero contributivo si applica alle lavoratrici madri di tre o più figli fino al diciottesimo anno di età del figlio più giovane, con un limite massimo annuo di 3.000 euro. Questo beneficio è esteso anche alle madri di due figli nel corso del 2024, fino al decimo anno di età del figlio più giovane.

La circolare dell’INPS specifica che il requisito della maternità si considera soddisfatto al momento della nascita del terzo figlio o successivi. L’esonero rimane valido anche in caso di premorienza o fuoriuscita di uno dei figli dal nucleo familiare. Per il bonus mamme del 2024, le lavoratrici devono essere madri di due figli, con il figlio più giovane di meno di dieci anni.

Questo esonero contributivo si applica a tutti i contratti a tempo indeterminato, compresi quelli a tempo parziale, nel settore pubblico e privato, ad eccezione del lavoro domestico. L’agevolazione si estende anche ai rapporti di apprendistato finalizzati alla formazione e all’occupazione dei giovani. La trasformazione di un contratto a tempo determinato in uno a tempo indeterminato consente l’applicazione dell’esonero dal mese della trasformazione.

L’esonero è pari al 100% della contribuzione previdenziale a carico della lavoratrice, con un limite massimo annuo di 3.000 euro, ripartito su base mensile. Le istruzioni dell’INPS chiariscono che la soglia massima di esonero mensile è di 250 euro e si applica anche nei casi di lavoro part-time. La misura è compatibile con altre agevolazioni, ma non può essere cumulata con l’esonero contributivo per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti.

Per usufruire dell’esonero, le lavoratrici devono comunicare al datore di lavoro il numero dei figli e i relativi codici fiscali. Il datore di lavoro può inserire queste informazioni nelle denunce retributive. La mancata comunicazione dei codici fiscali dei figli comporta la revoca del beneficio. L’INPS metterà a disposizione un’applicazione online per facilitare questa comunicazione diretta.

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