Scuola

Percorsi abilitanti docenti: arriva la prima riduzione dei costi con seconda rata in base all’Isee

L’appello di sindacati e diretti interessati inizia a trovare riscontro: i costi dei percorsi abilitanti di prossimo avvio, per quanto calmierati, sono stati ritenuti unanimemente eccessivi e forieri del rischio della disparità di diritti tra chi può permetterseli e chi no. Ricordiamo infatti che il prezzo, se pur calmierato, di 2500 euro non rappresenta certo una cifra facilmente accessibile per tutti, soprattutto da chi ancora non dispone di un lavoro e sta proprio cercando di trovarlo mediante l’abilitazione che questi percorsi consentono di ottenere.

La riduzione dei costi

Ma qualcosa si muove in questo senso, e potrebbe essere un segnale e e un esempio che potrebbe essere poi raccolto da altre università: a lanciarlo è l’Università di Bologna, al momento primo ateneo che decide di ridurre i costi formativi per aspiranti insegnanti delle scuole medie e superiori.

La decisione arriva in seguito alla riforma sui percorsi abilitanti che richiede dai 30 ai 60 crediti formativi aggiuntivi, rispetto ai precedenti 24 CFU, per l’accesso ai concorsi di insegnamento. Questo nuovo costo sulle spalle di docenti e soprattutto precari, non è stato salutato favorevolmente. Ricordiamo che le cifre vanno da 2000 a 2500 euro.

Il meccanismo

L’Università di Bologna decide quindi di intraprendere una politica di riduzione dei costi. Ogni studente pagherà una prima rata fissa (1200 euro per 60 CFU e 950 per 30 CFU). Sarà invece variabile la seconda rata, che sarà calcolata in base all’ISEE, coprendo il 50% del costo totale.

In questo modo viene introdotto il modello progressivo, il primo in Italia a livello universitario. Non solo: l’ateneo propone anche l’esenzione per studenti con disabilità.

La contro proposta

Federico Condello, delegato agli studenti: “La nuova forma di reclutamento per i docenti è molto onerosa, in termini di tempi, che si allungano, e di costi. Anche per chi è già iscritto che si ritrova con le regole cambiate in corsa”.

Tutti contenti? No, perchè c’è chi voleva di più. Infatti i rappresentanti studenteschi speravano in una maggiore progressività nelle tariffe, con una soglia del 60% basata sull’ISEE. Per il momento non se ne fa nulla.

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