Economia & Fisco

Ritardo pagamento supplenze brevi: in Italia situazione unica in Europa

Si fa sempre più compatto il fronte delle proteste da parte di tutti gli insegnanti precari che sono stati assunti negli istituti statali a settembre/ottobre 2023 ma non hanno ancora percepito lo stipendio. Precari che sono ancora senza stipendio, una situazione umiliante che certifica il trattamento da “docenti di serie b” che viene riservato loro e che li costringe a vivere una condizione di difficoltà finanziaria estrema.

La preoccupazione dei sindacati

Gli stipendi sui quali erano convinti di poter contare, infatti, non arrivano, mentre arrivano puntualissimi a fine mese i conti da pagare: bollette, affitti e quant’altro.

Il Coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, esprime gravi preoccupazioni riguardo alla drammatica situazione di molti docenti precari assunti a settembre 2023 che non hanno ancora percepito alcuno stipendio. Questi insegnanti, nonostante abbiano lavorato per quattro mesi, si trovano a fronteggiare seri disagi finanziari, dovendo affrontare spese mensili essenziali come affitto, spesa, benzina e bollette.

Stipendi in ritardo di quattro mesi

Di Meglio fa appello al governo affinché intervenga immediatamente per risolvere questa situazione inaccettabile. Afferma che continuano a ricevere segnalazioni da parte di supplenti che, pur avendo lavorato diligentemente per quattro mesi, non hanno ancora ricevuto alcun pagamento. Questa pratica, secondo Di Meglio, è indecente e priva i lavoratori del loro primo diritto, ovvero ricevere una retribuzione equa per il lavoro svolto.

Il coordinatore chiede una chiara presa di posizione sul problema da parte del Ministro Valditara, che si era precedentemente impegnato a sburocratizzare l’amministrazione scolastica. Di Meglio sottolinea che, nonostante questa sia una questione annosa, la situazione attuale rende l’Italia unica in tutta Europa, poiché nessun altro Paese europeo paga i dipendenti pubblici con mesi di ritardo. La richiesta finale è quella di una soluzione rapida e risolutiva per garantire che i docenti precari possano ricevere i compensi che meritano senza ulteriori ritardi.

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