Il 2024 sarà un anno particolarmente importante per quel che riguarda le Graduatorie GPS provinciali e di istituto per le supplenze del personale docente. E’ infatti in corso l’anno scolastico 2023/24 che rappresenta quello conclusivo per quel che concerne il biennio dell’OM n. 112/2022.

Il vuoto normativo

Questo significa che il ministero è chiamato adesso a mettere a punto un nuovo strumento che possa consentire nuovi inserimenti e aggiornamenti. Lo scopo del Ministero è quello di dare il via a un nuovo percorso per un nuovo Regolamento delle supplenze. Allo stesso tempo c’è da inserire all’interno del testo del decreto Milleproroghe, perfezionandolo con il relativo iter parlamentare, la proroga dello strumento dell’Ordinanza anche per il prossimo biennio 2024/25 e 2025/26.

Con la nuova Ordinanza inerente i prossimi due anni scolastici si punta a riempire un “vuoto” normativo che si viene a creare tra l’approvazione del decreto legge 8 aprile 2020, adottato durante la fase di emergenza del Covid e l’approvazione di un nuovo Regolamento delle supplenze.

La seconda fascia

Al momento le GPS per le supplenze dei docenti sono caratterizzate da due fasce sia per posti comuni che sostegno. Proprio la seconda fascia è quella caratterizzata dalle maggiori incertezze per quel che riguarda i requisiti, dal momento che per conoscere i titoli di accesso alla seconda fascia bisognerà aspettare nuove indicazioni ministeriali.

Il ministero in particolare dovrà concentrarsi sul requisito utilizzato per i precedenti aggiornamenti “diploma o laurea + 24 CFU in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche di cui al dm 616/2017” che non è esente dalla creazione di dubbi e incertezze.

Il ruolo dei cfu

Ricordiamo infatti che al momento il conseguimento dei 24 CFU non è più possibile, in base al DL 36/2022, dal 31 ottobre 2022. Ecco allora che il ministero dovrà chiarire molti aspetti circa i titoli richiesti per l’accesso. Tra i requisiti potrebbero rientrare i 30 CFU dei corsi abilitanti di cui al DPCM 4 agosto 2023, che dovrebbero partire a breve. Ma potrebbe bastare anche il solo titolo di accesso all’insegnamento, costituito da diploma o laurea.

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