Scuola

Docenti di ruolo ulteriore abilitazione: corsa contro il tempo per trovare una soluzione

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito è in attesa di risposte dalla Commissione europea non solo riguardo alle immissioni in ruolo di tutti gli insegnanti di ruolo, ma anche per quanto riguarda i numerosi docenti vincolati a non poter cambiare sede per almeno tre anni dopo l’assunzione a tempo indeterminato.

I docenti ingabbiati

La restrizione agli spostamenti, che non avrebbe motivo di esistere in presenza di posti vacanti, riguarda anche gli insegnanti noti come “ingabbiati”, cioè coloro che sono stati assunti in ruolo e desiderano cambiare ruolo o grado di istruzione, ma che sono impossibilitati a farlo a causa della mancanza di un corso abilitante. Pochi giorni fa, il deputato di Fratelli d’Italia Gimmi Cangiano ha presentato un’interrogazione parlamentare in Commissione Cultura alla Camera, a cui ha risposto la sottosegretaria all’Istruzione e al Merito Paola Frassinetti.

Si apre uno spiraglio

La rappresentante del governo ha lasciato uno spiraglio per una rapida risoluzione del problema, annunciando “l’imminente attivazione dei percorsi di formazione iniziale universitaria”. Inoltre, per non far “ricominciare da zero” i docenti che hanno già ottenuto la specializzazione sul sostegno o l’abilitazione in una classe di concorso o grado di istruzione diverso, il governo ha assicurato che interverrà durante la conversione del Decreto Pa con nuove disposizioni volte a semplificare il conseguimento di un’ulteriore abilitazione, facilitando in particolare l’acquisizione dei 30 crediti formativi universitari.

La risposta dell’Ue

Va ricordato che i vincoli riguardano tutti gli insegnanti di ruolo, che per tre anni non possono spostarsi, con limitazioni anche per le assegnazioni provvisorie. Si attende ancora il parere della Commissione europea sulla questione: “Tutto dipende dalla decisione di Bruxelles, ma ciò che conta è la volontà di risolvere il problema. Sono convinto che ci siano buone possibilità e che, con buon senso da parte del governo e di Bruxelles, riusciremo a trovare una soluzione in questo decreto entro i prossimi dieci giorni”, ha aggiunto l’onorevole Cangiano rispondendo ad Orizzonte Scuola.

Diritti negati

Il sindacato Anief ritiene che si tratti di disposizioni utili nel lungo termine. Tuttavia, per il breve periodo, per l’anno scolastico prossimo e quello successivo, non ci sono risposte e ciò è estremamente grave perché si stanno danneggiando molti lavoratori della scuola che hanno pieno diritto di avvicinarsi a casa. “Per quest’anno e nel 2024”, spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief, “se non verranno apportate modifiche alla normativa che ha introdotto i blocchi del personale della scuola, moltissimi insegnanti sembrano non avere possibilità di sganciarsi dai vincoli alla mobilità. La verità è che questi vincoli non hanno motivo di esistere.