Graduatorie, Gps e supplenze

Ordinanza titoli all’estero: arriva il via libera ma i precari non ci stanno

Dovrebbe mancare ormai poco al via libero definitivo e molto atteso, da parte del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, sull’ordinanza utile a permettere alla folta e nutrita schiera di docenti (migliaia) che hanno conseguito abilitazione e/o specializzazione sostegno all’estero di non avere più alcun impedimento alla sottoscrizione di incarichi mediante lo scorrimento delle graduatorie GPS.

Riconoscimento del titolo

La situazione attuale, in attesa che si sblocchi la situazione, racconta di migliaia di aspiranti costretti ancora nel limbo in virtù di un inserimento con riserva che non si può rimuovere se non arriva prima il riconoscimento del titolo in Italia.

Con l’intervento del Ministero, invece, sarebbe possibile beneficiare di quelle indispensabili modifiche alla norma che prevede la necessità di una riserva per gli aspiranti professori che hanno conseguito il titolo all’estero e presentato la domanda di riconoscimento in Italia entro il 31 maggio.

Questo obbligo di riserva di fatto impedisce di sottoscrivere contratti se prima non viene sciolta la stessa. La decisione potrebbe arrivare già nelle prossime ore.

Chi verrebbe penalizzato

Come sempre, se c’è qualcuno che sorrida per questa possibilità, c’è il rovescio della medaglia rappresentato da quei più di 2000 docenti specializzandi o specializzati, che temono di essere penalizzati dal decreto che riconoscerebbe i titoli sul sostegno conseguiti all’estero, in particolare in Spagna e Romania. Si verifica infatti una sorta di contrapposizione tra chi ha conseguito il titolo in Italia e chi lo ha conseguito all’estero.

Chi è contro questo provvedimento sostiene che consentire ai docenti di inserirsi con riserva nelle graduatorie provinciali per il sostegno e di fare domanda per l’assegnazione degli incarichi annuali comporterebbe anche la possibilità per loro di partecipare all’assegnazione di posti di ruolo. Questo comporterebbe la comparsa di centinaia di docenti stabilizzati con titolo non riconosciuto.