Scuola

Abolizione ruolo docenti: test di personalità agli insegnanti per verificare l’empatia, è polemica

Fa discutere la recente proposta di Umberto Galimberti di abolire il ruolo dei docenti, proposta in grado di suscitare un acceso dibattito online. Galimberti ha infatti espresso l’idea di abolire il ruolo dei docenti, convinto che il sistema educativo italiano abbia fallito nella sua missione di educare i giovani, sia per motivi oggettivi che soggettivi.

Classi con pochi studenti

Per Galimberti, la dimensione troppo elevata delle classi impedisce di individuare la qualità intellettuale e il percorso emotivo e sentimentale di ciascuno studente. Per questo motivo, sarebbe necessario comporre classi con un numero limitato di studenti, come ad esempio 12 o 15, al fine di poter svolgere un vero e proprio processo educativo.

Tuttavia, quello che ha scatenato il dibattito è stata la proposta di abolizione del ruolo dei docenti, che permetterebbe di creare un sistema più instabile, ma che garantirebbe una maggiore attenzione verso gli studenti. Galimberti ha inoltre proposto di sottoporre i candidati a un test di personalità che verifichi la presenza di empatia, dote naturale che non può essere appresa, e di far frequentare ai docenti corsi di teatro, per acquisire la capacità di comunicare e attivare l’attenzione degli studenti.

Instabilità del sistema educativo

La proposta di Galimberti ha suscitato molte reazioni contrastanti. Molti hanno criticato l’idea di abolire il ruolo dei docenti, sostenendo che questo porterebbe a una maggiore instabilità nel sistema educativo e metterebbe in pericolo la qualità dell’istruzione. Altri hanno invece sostenuto l’idea di Galimberti, sottolineando l’importanza di un sistema educativo che metta al centro le esigenze degli studenti e che valorizzi le competenze degli insegnanti.

In ogni caso, la proposta di Galimberti ha sollevato un dibattito molto interessante sulla scuola e sull’importanza di un sistema educativo che sappia rispondere alle esigenze dei giovani. Se da un lato è importante garantire la qualità dell’istruzione, dall’altro è fondamentale mettere al centro delle attenzioni gli studenti, per garantire loro un percorso educativo completo e soddisfacente. In questo senso, la proposta di Galimberti potrebbe rappresentare un punto di partenza per una riflessione più ampia sulla scuola e sulla sua funzione sociale.

Scuola incapace di svolgere il suo compito

Nel suo libro “Fiaccole, non vasi”, Umberto Galimberti critica la scuola italiana e sostiene che nonostante l’istruzione impartita, la scuola non riesce a svolgere il suo compito di educare a causa di motivi sia oggettivi che soggettivi.

Secondo Galimberti, tra le ragioni oggettive vi è la dimensione troppo elevata delle classi che impedisce di individuare la qualità intellettuale e il percorso emotivo e sentimentale di ciascuno studente. Il filosofo propone di comporre classi con un numero limitato di studenti al fine di poter svolgere un vero e proprio processo educativo. Inoltre, sarebbe consigliabile allontanare i genitori dalle scuole secondarie superiori in quanto spesso sono interessati solo alla promozione scolastica dei figli e tendono a demotivare gli studenti che studiano e a premiare quelli che non lo fanno.

Test di personalità

Galimberti sostiene che la formazione dei docenti rappresenta un fattore determinante per il successo dell’istruzione. Attualmente, si diventa insegnanti superando un concorso e successivamente si entra in graduatorie dove il punteggio è influenzato anche da situazioni familiari. Tuttavia, non esiste una formazione adeguata in psicologia dell’età evolutiva, elemento fondamentale per gli insegnanti che quotidianamente si confrontano con gli studenti.

Galimberti propone che i docenti frequentino corsi di teatro per acquisire la capacità di comunicare e di attivare l’attenzione degli studenti. Inoltre, sarebbe opportuno sottoporre i candidati a un test di personalità che verifichi la presenza di empatia, dote naturale che non può essere appresa. Il filosofo sostiene che sarebbe necessario abolire il ruolo nella professione docente, in modo che coloro che non sono all’altezza del loro compito possano essere sospesi dall’insegnamento.

Le riforme della scuola

In sintesi, per Galimberti, la vera sfida è quella di colmare il gap educativo e motivazionale che esiste tra insegnanti e studenti. Pur riconoscendo l’importanza delle molte riforme della scuola che sono state introdotte negli ultimi anni, il filosofo ritiene che sia necessario affrontare in modo critico le ragioni oggettive e soggettive che ostacolano l’efficacia dell’istruzione.