Concorsi

Concorso scuola 2023: riservato a docenti abilitati, specializzati su sostegno delle Gps e docenti di seconda fascia

Si attende solo il via libera di Bruxelles per dare il via libera al piano di reclutamento docenti ideato dal ministro Bianchi nella precedente legislatura e perfezionato da Valditara che porterà all’assunzione di 70mila docenti nei prossimi tre anni, di cui molti precari.

In attesa della proroga al 2025

Serve però la risposta della commissione sull’istruzione europea, che tra le altre cose dovrà concedere all’Italia un anno in più per completare la fase transitoria che consenta di arrivare al numero di assunzioni previste. La scadenza del 2024 è troppo ravvicinata per pensare di riuscire nell’impresa. Senza una proroga al 2025 si fa dura.

In caso di esito positivo dell’esame della documentazione inviata dal ministero, che deriva dal confronto con i sindacati, si partirà subito con un concorso scuola nella primavera del 2023, da organizzare a tempo di record e che dovrebbe avere struttura semplificata per essere completato in tempo utile per consentire le immissioni in ruolo già a partire dal prossimo settembre.

Chi può partecipare al concorso

La volontà è quella di bandire un concorso riservato il cui accesso sarebbe consentito ai docenti già abilitati e agli specializzati sul sostegno che si trovano nelle graduatorie delle Gps. Potrebbero partecipare anche i docenti di seconda fascia. Le prove sarebbero articolate in uno scritto su contenuti di tipo psico-pedagogico, una lezione da tenere davanti a una commissione con membri esterni alla scuola dove si presta servizio e un orale sulle materie di disciplina.

I vincitori sarebbero assunti con contratto a tempo determinato già a partire dal prossimo settembre. Poi, nel corso dell’anno scolastico, contemporaneamente al servizio, i docenti dovranno perfezionare i loro requisiti acquisendo da 30 a 60 crediti universitari, a seconda della loro posizione di partenza, come previsto già dal Pnrr (insieme alla laurea) per la formazione iniziale.

I decreti attuativi per i percorsi universitari

Perchè tutto questo sia realizzabile, serve anche che il governo provveda all’emanazione dei decreti attuativi sulla formazione iniziale e l’abilitazione rimasti in sospeso dallo scorso luglio, senza i quali non possono essere avviati i percorsi universitari da 60 Cfu.