Scuola

Concorso scuola precari con tre anni di servizio: procedura in primavera da ripetere poi annualmente

Prosegue il dialogo tra sindacati e ministero per mettere nero su bianco le linee guida del reclutamento per i prossimi mesi. Ci sono tante questioni ancora da discutere, ma allo stesso tempo si sono già trovati alcuni punti di incontro che potrebbero consentire di tracciare una strada comune.

I docenti con tre anni di servizio

La volontà manifestata dal Ministero è quella di attuare in tempi brevi concorsi annuali per i precari storici. Avrebbero diritto a partecipare a queste procedure i docenti con almeno tre anni di servizio alle spalle. L’idea sarebbe quella di riservare ai docenti con almeno 3 anni di servizio e in possesso dei 24 CFU un concorso riservato tra marzo e aprile. Non sono ancora chiare però quali sarebbero le modalità di accesso.

Fondamentale per il ministero che questa procedura possa essere reiterata annualmente, in modo da costituire un serbatoio importante per le scuole.

La specializzazione sul sostegno

Si sta discutendo anche del sostegno, che necessita di una riforma strutturale in grado di fornire una risposta adeguata sia ai docenti in cerca di specializzazione sia alle scuole che troppo spesso devono assegnare questo tipo di cattedre a insegnanti senza titolo specifico.

In questo senso, l’idea del ministero sarebbe quelle di attuare un percorso consolidato negli ultimi due anni, ovvero l’assunzione con contratto a tempo determinato finalizzato al ruolo per i docenti già in possesso della specializzazione sul sostegno e per coloro che la conseguiranno entro giugno 2023. Dopo l’anno di prova e formazione, sarà possibile accedere all’assunzione a tempo indeterminato.

Il doppio canale di reclutamento

La priorità dei sindacati è quella di mettere la parola fine all’abuso dei contratti a termine in modo da ridurre in questo modo il precariato storico. La filosofia dei concorsi non convince e per questo, se proprio si dovrà proseguire su questa strada, sarà necessario ripensare tutto l’impianto delle procedure. Il coordinatore nazionale della Federazione Gilda Unams Rino Di Meglio ha espresso tutte le sue perplessità e presentato le sue idee al ministro dell’Istruzione e del Merito.

“Per stabilizzare il maggior numero possibile di docenti precari, proponiamo di mantenere in vigore il doppio canale di reclutamento con assunzioni da Gps di prima fascia non soltanto per le cattedre di sostegno, ma anche per i posti comuni”.

Di Meglio si sofferma poi sulla questione dei concorsi: “condizione imprescindibile per rendere più fluide le procedure concorsuali è esonerare dall’insegnamento i docenti che fanno parte delle commissioni e retribuirli in maniera adeguata”.

Il calo degli studenti

Altra priorità per i sindacati quella di attuare in tempi brevi un concorso per il conseguimento della sola abilitazione, previsto dal decreto legge 497/2020 ma per il quale la procedura non è stata mai attivata, nonostante i docenti abbiano già pagato la relativa tassa di partecipazione.

In tutto ciò c’è anche da affrontare il tema del disinteresse degli studenti nei confronti della scuola, un disamoramento che nasce dalla sensazione che un titolo di studio non garantisce più alcun lavoro come invece avveniva prima:

“In Sicilia assistiamo ormai da anni al drastico calo degli studenti, per nulla compensato dall’arrivo degli alunni stranieri. Dal 2019 a oggi l’Isola ne ha perso 38.863, mentre nell’anno scolastico in corso gli alunni non italiani che frequentano le scuole siciliane sono solo 26.647, ovvero il 3,3 per cento della popolazione scolastica regionale. Numeri molto distanti rispetto a quelli della Lombardia, che ne conta 202.636 (il 25,5 per cento del totale regionale), dell’Emilia Romagna, 99.579 (il 12.5 per cento), e del Veneto 87.586 (l’11 per cento)”.

Lo ha detto Adriano Rizza, segretario della Flc Cgil Sicilia, durante il suo intervento alla tavola rotonda ‘L’istruzione come motore dell’integrazione e dell’incontro tra culture’, che ha aperto il V Congresso regionale dell’organizzazione sindacale all’Hotel Saracen di Isola delle Femmine (Palermo).

“Chiediamo pertanto al governo e alle forze politiche – conclude – un cambio di paradigma, di considerare l’immigrazione per ciò che realmente è: una questione di tutela dei diritti della dignità umana e di opportunità per la nostra società e per la nostra economia“.