Scuola

Arretrati docenti precari quando arrivano: supplenti brevi e saltuari e organico Covid ancora senza stipendio da mesi

E’ difficile dire quando arriveranno i pagamenti contenenti gli arretrati per i docenti precari. L’unica certezza è che le tempistiche rispettate per il resto del personale non sono state rispettate per i supplenti brevi e saltuari e per quelli appartenenti all’organico Covid, i cui contratti, ormai è deciso, non saranno rinnovati.

Le diffide dei sindacati

Una fine di 2022 per i docenti precari che conferma tutte le difficoltà di una categoria nel veder rispettati i propri diritti. Per loro prima il mancato pagamento degli stipendi dell’ultimo quadrimestre, poi l’esclusione dal versamento degli arretrati.

Difficile dire quale sia la situazione più grave: probabilmente il fatto che non sono ancora stati pagati gli stipendi relativi ai mesi di lavoro svolto nonostante le diffide dei sindacati al ministero.

Ma certo a questo si aggiunge l’esclusione dall’aumento del salario accessorio riconosciuto nell’accordo del 10 novembre 2022 tra ministero e sindacati. Un riconoscimento nei confronti di tutto il personale ma che ha escluso i supplenti brevi e saltuari.

Le supplenze brevi 2019-2022

Una situazione anomala, se si considera che l’assegno è stato riconosciuto dai giudici del lavoro nei ricorsi sulla retribuzione professionale per i docenti e il contributo individuale accessorio per gli ATA.

Per i docenti precari impiegati nelle supplenze brevi anche la mancanza di arretrati relativi agli aumenti tabellari, disposti il 29 dicembre dalla Ragioneria dello Stato. Arretrati riconosciuti a tutto il personale ma che ha visto escludere chi ha svolto una supplenza breve dal 1° gennaio 2019 al giugno 2022.

L’impegno da gennaio

La questione più urgente che a gennaio dovrà essere risolta riguarda certamente il pagamento degli stipendi arretrati relativi all’ultimo trimestre del 2022, e che costituiscono il principale motivo di delusione da parte di questi supplenti nei confronti di un sistema che ancora una volta dimostra di considerarli docenti di serie B in quanto a riconoscimento dei diritti basilari.