Scuola

Percorsi abilitanti speciali 2022: via d’uscita per i precari confinati in seconda fascia riservati anche a insegnanti di ruolo ingabbiati, dottori e dottorandi di ricerca

La riforma del reclutamento docenti, pur apportando molte modifiche alla fine condivise anche da sindacati e forze politiche, lascia la sensazione di un’occasione sprecata per recuperare tempo perduto rispetto a una serie di iniziative che avrebbero potuto dare una sferzata ala situazione dei docenti precari, attraverso degli strumenti invocati a gran voce.

L’importanza dei Percorsi abilitanti speciali

Uno di questi strumenti è sicuramente quello dei percorsi abilitanti speciali, i cosiddetti pas, modalità che sarebbe stata sicuramente utile per i docenti precari. A insistere sull’efficacia di questo strumento è il senatore Mario Pittoni, Responsabile Dipartimento Istruzione Lega e Vicepresidente Commissione Cultura Senato.

I Percorsi abilitanti speciali (Pas) sono un mezzo sicuro, considerato che la loro validità è già stata sperimentata con successo nel 2013. Si tratta di percorsi che avrebbero agevolato il percorso di centinaia di migliaia di precari ancora confinati in seconda fascia.

Chi ne avrebbe diritto

Nello specifico, avrebbero avuto diritto all’accesso ai Pas i docenti precari che insegnano nella scuola statale (seconda fascia Gps), nelle paritarie e nei centri IeFP, con anzianità di servizio pari o superiore a tre annualità (triennalisti). I docenti di ruolo, “ingabbiati”, impossibilitati a conseguire l’abilitazione all’insegnamento per una classe di concorso diversa e/o per un diverso grado di istruzione nonostante siano in possesso del titolo di studio idoneo. Infine ai dottori e dottorandi di ricerca.

Un’occasione da non sprecare

In questo senso diventa indispensabile puntare tutto sul DPCM che la presidenza del Consiglio dovrà mettere a punto insieme ai ministeri dell’Istruzione e dell’Università, in modo che si possa predisporre un piano adeguato alle esigenze dei precari. La scuola italiana si trova a un bivio e prendere adesso la direzione giusta può fare la differenza. Per fare in modo che la riforma del reclutamento docenti, pur apportando molte modifiche alla fine condivise anche da sindacati e forze politiche, non lasci alla fine in tutti gli attori del mondo della scuola, la sensazione di un’occasione sprecata.