Scuola

Formazione docenti retribuita: dal 2023 disponibili 6mila euro lordi all’anno una tantum, sarà accessibile ai docenti di ruolo di ogni ordine e grado

E’ stato uno degli elementi maggiormente contrastati da sindacati e forze politiche in sede di contrattazione della nuova riforma del reclutamento scuola, soprattutto per il fatto che potrebbe comportare tagli ad altri ambiti come la carta del docente e l’organico insegnanti. Ma la formazione incentivata per i docenti resta un motivo di grande interesse, soprattutto perchè può costituire, una tantum, un gettito di reddito extra per coloro i quali ne prenderanno parte.

Riservata a docenti di ruolo di ogni ordine e grado

Si tratta di una della novità più rilevanti della riforma approvata, una di quelle di cui il ministro Bianchi va anche più orgoglioso. Ma come funzionerà nello specifico questa nuova opportunità per gli insegnanti? Potranno partecipare alla formazione incentivata i docenti di ruolo di ogni ordine e grado.

Sarà suddivisa in percorsi triennali ed entrerà in vigore a partire dall’anno scolastico 2023/2024. Faranno parte della formazione tutta una serie di attività come progettazione, tutoraggio, accompagnamento, guida allo sviluppo delle potenzialità degli studenti. Lo scopo è quello di sbloccare obiettivi scolastici specifici e attività di sperimentazione di nuove modalità didattiche. I docenti potranno prendere parte a questi corsi anche al di fuori dell’orario di insegnamento.

Valutazione del percorso

Sarà volontaria per tutti, fatta eccezione per i docenti immessi in ruolo in seguito all’adeguamento del contratto, per i quali sarà obbligatoria. I docenti che supereranno i corsi e otterranno esito positivo delle verifiche previste, beneficeranno di un incentivo economico.

I docenti potranno beneficiare dell’elemento retributivo una tantum di carattere accessorio, che non sarà inferiore al 10% e non superiore al 20% del trattamento stipendiale in godimento.

Quanto si potrà guadagnare all’anno

Per questo programma, il governo stanzierà nel 2026 circa 40 milioni di euro per 6.557 per l’elemento accessorio una tantum al 15%. 85 milioni di euro nel 2027 per 13.934 docenti, 160 milioni di euro per 26.230 docenti e 236 milioni di euro per 38.689 docenti nel 2029.

Secondo i calcoli del governo, in base alla media ponderata del trattamento stipendiale dei docenti, pari a 40mila euro lordi all’anno, l’elemento retributivo una tantum nella misura percentuale del 15% corrisponderà a un incentivo di 6mila euro lordi annui (dunque circa 500 euro mensili).