Scuola

Concorsi scuola: il sospetto è che l’obiettivo sia tagliare fuori il precariato storico con il mantenimento nella fase transitoria dei quiz a crocette

Il ministro Bianchi ha annunciato che la formula dei concorsi a crocette avrà vita breve, ma nell’immediato futuro, sarà quella che continuerà a caratterizzare i concorsi scuola. Poi, lentamente nei prossimi anni, sarà soppiantata dalle domande con risposta aperta, che dovrebbero consentire di valorizzare maggiormente le competenze degli aspiranti docenti in fase di selezione.

Niente modifiche durante la fase transitoria

“C’è contraddizione tra la richiesta europea di maggiore attenzione nella selezione degli insegnanti e l’annuncio del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi dell’intenzione di mantenere per la fase transitoria i famigerati test a crocette, veloci ed “economici” ma assolutamente non in grado di valutare attitudine, capacità, maturità e conoscenza della lingua italiana dei docenti, per rispettare l’impegno con Bruxelles di assumere 70mila nuovi insegnanti entro il 2024″. Lo dichiara il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama.

Priorità ai risultati

E’ evidente come nell’immediato, la priorità del ministero sia quella di dare continuità ai concorsi scuola, possibilmente con cadenza annuale come annunciato in fase di presentazione della nuova riforma del reclutamento docenti. Dire addio adesso alla formula dei quiz a crocette, vorrebbe dire rallentare il meccanismo e prestare il fianco a rallentamenti che comprometterebbero il numero di assunzioni promesse dal ministero stesso.

Tagliare fuori il precariato storico

“Le assunzioni, se c’è la volontà politica, pur con tutte le attenzioni non sono mai state un problema di tempi. Il dubbio è che il mantenimento della selezione a crocette, già esclusa dai futuri concorsi, abbia in realtà l’obiettivo di tagliare fuori il precariato storico, che pure nell’ultimo decennio si è fatto carico di puntellare il sistema. Gli attuali concorsi a crocette hanno infatti dimezzato, quando non addirittura ridotto a un terzo, la percentuale di docenti che solitamente superano la prova e non certo per carenza di qualità dei concorrenti. Ribadiamo quindi la richiesta di eliminare totalmente tale meccanismo dalla riforma del reclutamento prevista – conclude Pittoni – dal decreto legge 36 in discussione al Senato”.