Scuola

Abilitazione insegnamento: percorsi abilitanti semplificati, ma la direzione è un’altra

Meno di due mesi di tempo per fare in modo che riforma del reclutamento insegnanti, al centro di aspre polemiche da parte di sindacati e forze politiche, entri in vigore. Lo scopo è fare in modo che sia tutto pronto per l’inizio del prossimo anno scolastico, anche in considerazione del fatto che la riforma prevede concorsi annuali che dovranno essere attuati entro dicembre.

Le proteste dei sindacati

Una scadenza che ha portato il ministero a emanare un testo che non è stato discusso come avrebbe meritato con le controparti, e il risultato è stato quello di sollevare non poche proteste e critiche. I sindacati sperano di ottenere alcune modifiche last minute, ma è evidente come in questo senso il tempo non giochi a favore e rischi di impedire al ministero di andare incontro alle esigenze di chi ritiene che la riforma abbia difetti strutturali.

Oltre alla difficoltà che il nuovo percorso per diventare docenti comporta, non convince nemmeno il sistema di premialità legato alla formazione volontaria dei docenti, che comporterà bonus una tantum il cui costo sarà però pagato dagli stessi docenti e dalle scuole che dovranno fare i conti, nei prossimi anni , con tagli sostanziali al personale.

Formazione iniziale degli insegnanti

Di tutt’altro avviso il ministero, che invece ritiene le riforma del sistema di reclutamento utile a introdurre un nuovo modello, che consente un ripensamento della formazione iniziale degli insegnanti e lungo tutto l’arco della carriera, finalizzato a migliorare la qualità del sistema educativo.

Le linee guida del Governo, in questo senso, prevedono più severità nella selezione degli insegnanti, con un percorso che diventa più complicato e selettivo, una limitazione all’eccessiva mobilità, la valorizzazione, ai fini della progressione di carriera, della valutazione delle prestazioni e dello sviluppo professionale continuo.

Semplificazione dell’accesso al ruolo

Proprio la filosofia alla base di questa riforma divide sindacati e ministero. Il Governo pensa a rendere più selettivi i percorsi, complicando di fatto l’accesso alla professione. Mentre i sindacati avrebbero voluto una semplificazione dell’accesso al ruolo, eliminando le troppe prove e istituendo percorsi abilitanti con un concorso con prova didattica di simulazione di una lezione e poi l’assunzione.