Scuola

Riforma reclutamento: questa formula eliminerà i precari, non il precariato

Su Facebook il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama torna sul tema della modalità di svolgimento dei concorsi scuola, che in base alla riforma del reclutamento in arrivo saranno annuali.

Il fallimento degli ultimi concorsi ordinari

La modalità “a crocette” ampiamente bocciata nei fatti in occasione degli ultimi concorsi ordinari, sarà quella che caratterizzerà le procedure future. Il senatore Pittoni non si dice convinto che sia la giusta strada da perseguire: “A Palazzo capita di sentire affermare che i test a crocette sarebbero in grado di selezionare docenti di qualità. Di conseguenza – dicono – il meccanismo va difeso a spada tratta dovendo rispettare un preciso impegno in tal senso legato al Pnrr”.

I fatti, però stanno smentendo chi crede che questa sia la migliore modalità possibile: “Succede però che fior di esperti dicano esattamente l’opposto, le crocette sarebbero cioè inadatte a individuare insegnanti capaci. Con gli ultimi concorsi i fatti danno loro abbondantemente ragione e non sarà certo l’ennesima commissione di controllo (appena proposta dal ministro) a renderli efficaci”.

La tagliola della selezione a crocette

Il senatore si chiede come mai si continui a perseguire questa strada: “Perché allora tanta insistenza? Aiuta a capirlo il testo di riforma del reclutamento dei docenti (calato puntualmente dall’alto) che sta per approdare in Parlamento. Prevede da una parte la tagliola della selezione a crocette che, oltre a far risparmiare cifre notevoli all’Amministrazione, opportunamente modulata può eliminare intere categorie di concorrenti, e dall’altra l’accesso ai percorsi formativi abilitanti all’insegnamento solo dopo aver superato concorsi di tal fatta. In pratica le condizioni per eliminare i precari, non il precariato. Azzerando un inestimabile patrimonio d’esperienza (a danno quindi del servizio), ma risparmiando altri soldi…”.

Solo la prova sul campo dei prossimi concorsi in programma in autunno, i primi della nuova riforma del reclutamento, potranno confermare o smentire la validità di questa formula che sarà inevitabilmente sotto la lente d’ingrandimento.