Scuola

Riforma reclutamento: correttivi su abilitazione e stabilizzazione

La riforma reclutamento docenti, approvata con decreto in Consiglio dei ministri, ha lasciato perplessi sindacati e forze politiche. Che non sono affatto rassegnate che la riforma resti tale e quale nella versione definitiva. Anzi. Si lavora alacremente affinchè passino una serie di modifiche che facciano assomigliare la riforma a quanto immaginato da sindacati e forze politiche prima della presentazione della bozza da parte del ministero.

Abilitazione degli insegnanti delle scuole paritarie

A essere particolarmente attivo in tal senso è il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura a Palazzo Madama. Pittoni assicura che “il documento è deficitario in particolare su punti fondamentali quali abilitazione e stabilizzazione, di fatto ignorati riproponendo vecchie questioni tipo: come si abilita chi insegna nelle scuole paritarie?“.

Altro tema molto delicato è quello dei docenti precari, per i quali è stato pensato un percorso parallelo a quello dei neolaureati, ma che non sembra convincere appieno in termini di potenziali risultati che potrà consentire di far ottenere: “Come si abilitano le migliaia di docenti che necessariamente coprono le supplenze per l’assenza dei titolari, anche per molti mesi, come nel caso delle gravidanze difficili o dei mandati politici e parlamentari o dei distacchi all’estero o delle assegnazioni provvisorie in altro comune o del distacco presso organi del Ministero o di altre Amministrazioni dello Stato? – continua Pittoni – Come si abilita chi da anni presta servizio nelle scuole statali con contratto a tempo determinato? Come si abilitano i cosiddetti ‘ingabbiati’, docenti di ruolo che hanno titolo di studio valido per aspirare ad altro insegnamento utilizzando lo strumento contrattuale del passaggio di cattedra o di ruolo? Il provvedimento è cioè monco e inappropriato a risolvere problemi antichi”.

Atto normativo sui percorsi formativi abilitanti

Il cavallo di battaglia del senatore Pittoni è sicuramente quello del ripristino dei percorsi formativi abilitanti all’insegnamento, che consentirebbero di sbloccare la situazione relativa ai supplenti che costituiscono al momento la spina dorsale della scuola italiana: “È quindi urgente un atto normativo sui percorsi formativi abilitanti all’insegnamento, ai quali affiancare l’accesso diretto ai corsi di specializzazione sul sostegno per chi vanta adeguata esperienza specifica, visto che attualmente oltre un docente di sostegno su tre non è specializzato. – prosegue Pittoni – Nel testo, poi, non si fa cenno ai meccanismi di selezione concorsuale. Come dire che si considera accettabile quanto previsto dalla legge 73/2021 all’articolo 59: i famosi e ormai assolutamente impopolari test a crocetta finiti sulle prime pagine dei giornali per le criticità evidenziate nella loro applicazione, prima con il concorso Stem e ancora di più con il concorso ordinario della scuola secondaria“.

Calendarizzazione di concorsi annuali

L’obiettivo del Governo e del ministero dell’istruzione è quello di incrementare le immissioni in ruolo, fino a 70mila entro il 2024, grazie alla calendarizzazione di concorsi annuali. Un ottimo proposito che però non sembra essere sufficiente: “L’impressione è che si cerchi di imporne definitivamente l’utilizzo con il ‘miraggio’ dei concorsi a cadenza annuale, che però, come ben sanno gli addetti ai lavori, nella scuola sono tecnicamente impraticabili. Servirebbero solo a giustificare un impianto sicuramente più veloce ed economico (che certamente piace al Mef), ma che, com’è largamente riconosciuto, comporterebbe uno scadimento senza precedenti nella qualità del corpo docente” , continua il parlamentare.

Valorizzare formazione in servizio

Le richieste del senatore Pittoni sono chiare: “Chiediamo, quindi, che per la norma sul reclutamento venga preso in considerazione il nostro progetto, più mirato sulle indicazioni di Bruxelles e che valorizza la formazione in servizio del personale docente oggi pesantemente mortificata, riformando un sistema che oggi – conclude Pittoni – privilegia la conoscenza (semplificando: la memoria) sulla competenza (l’esperienza)“.