Scuola

Protocollo sicurezza scuola: scoppia il caos con la fine dello stato di emergenza

La fine dello stato di emergenza dovrebbe coincidere con un lento ritorno alla normalità, anche e soprattutto nel mondo della scuola, tra i più colpiti dalla pandemia e dalle conseguenze dei provvedimenti restrittivi degli ultimi due anni. Il ritorno alla normalità è sicuramente una buona notizia, ma non sembra essere accompagnata da un accordo tra sindacati e ministero sulle migliori modalità per gestirlo.

Aggiornamento del protocollo

“Si è consumato un clamoroso nulla di fatto sull’aggiornamento del protocollo che doveva da oggi garantire la sicurezza nelle scuole: dai dirigenti del ministero dell’Istruzione non è stata fornita alcuna rassicurazione sullo sdoppiamento delle classi, sul rispetto del distanziamento, sulla gratuità dei dispositivi di protezione e tamponi, come pure sull’uso della didattica digitale integrata senza nuove regole”.

La sensazione è che i due anni di pandemia poco o nulla abbiano insegnato sulle criticità messe a nudo del mondo della scuola, e che adesso ci sia un ritorno al passato che fa ripiombare le classi nelle problematiche che hanno contraddistinto il periodo pre pandemia.

Non discriminare i 3500 docenti sospesi

“Finalmente – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – tutti condividono di fatto le nostre ragioni e salta il protocollo sulla sicurezza perché non ci sono più le condizioni: anche gli altri sindacati non firmano per la prima volta insieme ad Anief, lasciata sola invece la scorsa estate quando non appose la firma al protocollo perché era stato disposto l’uso del Green Pass. Il Governo ne prenda atto e intervenga per dare risorse alle scuole, per dare spazi e organici e per non discriminare i 3.500 docenti sospesi perché non vaccinati e che da oggi rientrano in servizio”.

Per questi lavoratori, Anief ha avviato apposito ricorso dopo che il ministero dell’Istruzione ha pubblicato una nota che li obbliga a tornare a scuola per 36 ore a settimana senza entrare nelle classi: il giovane sindacato chiede l’annullamento della nota, nel caso in cui sia seguita da ordine di servizio del dirigente scolastico e per richiedere comunque il pagamento delle ore straordinarie aggiuntive oltre il proprio orario di servizio.