Scuola

Aumento stipendio docenti: 274€ in più al mese per recuperare l’inflazione

Un ennesimo approfondimento da parte dei sindacati testimonia come le retribuzioni dei docenti, in attesa del rinnovo contratto scuola che tarda ad arrivare e che in ogni caso non sarà granchè risolutivo, siano assolutamente non in linea con le esigenze di una categoria professionale penalizzata rispetto ad altri colleghi della pubblica amministrazione.

Numeri impietosi

Lo studio dell’ufficio relazioni sindacali del sindacato Anief mette nero su bianco i numeri relativi agli stipendi della scuola in Italia in rapporto all’inflazione. Una analisi dettagliata che mette in evidenza come gli aumenti stanziati dal Governo (6,5 miliardi nelle ultime tre leggi di bilancio) non bastano.

Al netto dei 3 mila euro di arretrati e dell’assegno mensile di 107 euro che 1.3 milioni di dipendenti della scuola potrebbero avere in autunno secondo quanto stanziato dal Governo nell’atto di indirizzo (+4.02%), mancano ancora 274 euro mensili per allineare gli stipendi all’aumento dei prezzi al consumo certificato dal MEF dal primo blocco contrattuale del 2008 (+20%, 14% 2008/18 + 6% 2019/21), al netto anche degli aumenti disposti nel contratto scaduto (73 euro, +3,48%, CCNL 2016/2018).

Gli aumenti necessari

Il sindacato spiega nel dettaglio la situazione elencando una serie di numeri eloquenti:

4,7 i miliardi che servono per allineare nel 2022 gli stipendi all’inflazione.
274 euro sono gli aumenti mensili necessari per recuperare l’inflazione: 221 (primo triennio 2016/2018) + 53 (secondo triennio 2019/2021).

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Il nostro studio sul gap tra le buste paga del personale scolastico e di tutta la PA rispetto al costo della vita, evidenzia in modo ancora più marcato l’inconsistenza degli aumenti stanziati dal Governo per l’intera Amministrazione pubblica: parliamo di 6,5 miliardi approvati con le ultime tre Leggi di Bilancio; sembra una cifra enorme, ma siccome vanno ad oltre tre milioni di dipendenti pubblici, tra i meno pagati del vecchio Continente dopo i Paesi dell’Est e la Grecia, è chiaro come il sole che non possono bastare”.