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Proroga Contratti Covid: nessuna garanzia, senza Ata da aprile scuole nel caos

La fumata nera venuta fuori dall’incontro tra sindacati e ministero per discutere della proroga dell’organico Covid docenti e ata ha spiazzato un po’ tutti. Il Miur ha onestamente spiegato che la volontà di rinnovare fino alla fine dell’anno scolastico c’è, quello che non c’è è il budget per procedere. E considerato che mancano ormai meno di quattro settimane alla scadenza di 50mila contratti, il pessimismo è lecito. Anche perchè servono 200 milioni per proseguire fino a fine giugno con l’organico attuale, e non sono pochi. Anche perchè altrimenti si sarebbe già provveduto.

Si rischia il caos nelle scuole

Ma i dirigenti scolastici non perdono la speranza, insieme ai diretti interessati, perchè il venir meno da un giorno all’altro di questa forza lavoro, in un periodo poi delicato che porterà dritti agli esami di fine anno, rischia di scatenare il caos.

Il fatto che la proroga dei contratti covid sia stata slegata dallo stato di emergenza non è sufficiente a garantire che nei pensieri del governo ci sia una incongruenza tra l’allentamento delle misure legate al covid e la necessità di mantenere il personale in organico.

Nessuna garanzia di proroga

A Skuola.net la dirigente scolastica del Liceo Scientifico “Newton” di Roma, Cristina Costarelli esprime la sua preoccupazione: “La prima incognita è legata all’organico Covid. Questo personale, composto da ATA, collaboratori scolastici, tecnici di laboratorio e docenti non ha garanzia che il contratto gli venga prorogato. Questa è una grande preoccupazione perché concretamente significa che ogni scuola rischia di perdere in media otto o nove collaboratori scolastici e altrettanti docenti di supporto in svariate, numerose e utilissime forme: come la sostituzione di docenti assenti e attività di recupero e potenziamento”.

Apertura scuole, pulizia, igienizzazione

Poi aggiunge: “I collaboratori sono altrettanto necessari per l’apertura delle scuole, la pulizia, igienizzazione: tutte attività che non scompariranno con la fine dello Stato di emergenza. Il rischio è di creare nuovo caos nelle scuole che ormai si sono organizzate contando su questo personale”.