Scuola

Mobilità scuola 2022/23: non c’è molto tempo, via alle domande, date e scadenza

Iniziano oggi le operazioni di presentazione delle domande di mobilità, territoriale e professionale relative all’anno scolastico 2022/2023. Operazioni che si basano su un regolamento il cui varo è stato particolarmente tribolato, e che non ha convinto a pieno i sindacati, o almeno non tutti.

Quando presentare domanda

Oggi 28 febbraio è il primo giorno disponibile per i docenti, che possono iniziare a inoltrare le domande. Avranno tempo fino al 15 marzo. Poi sarà la volta del personale educativo dal 1 al 21 marzo e del personale ATA dal 9 al 25 marzo. Invece gli insegnanti di religione cattolica avranno una finestra temporale che va dal 21 marzo al 15 aprile. Anche in questo senso non sono mancate le polemiche: la finestra temporale riservata ai docenti, di soli 16 giorni come lo scorso anno scolastico, ma senza un incremento numerico di circa 85.000 potenziali interessati in più, ovvero i neo-immessi degli ultimi tre anni, viene considerata ridotta.

Il nuovo regolamento 2022/2023

Uno dei sindacati che non è rimasto soddisfatto dal nuovo regolamento è FLC CGIL, che infatti non ha sottoscritto l’accordo. Il contratto prevede l’ordinario accesso alla mobilità ai docenti nominati nel 2019/2020 per completamento del vincolo di permanenza; i docenti nominati nel 2020/2021 e nel 2021/2022 hanno, invece, facoltà di presentare domanda per l’attribuzione della titolarità, ottenuta la quale decorre il triennio previsto ai sensi del DL 73/21 convertito in legge 106/21.

Secondo Flc Cgil “si tratta di un’interpretazione estensiva che intende il comma 7 dell’art.2 del CCNI come deroga della norma generale definita dal comma 6 precedente. In pratica, pur con l’opportunità data di inserirsi nei movimenti territoriali, i neo-immessi del 2020/2021 che ottengono una nuova sede si vedono applicati due volte i vincoli di legge e le ulteriori limitazioni nelle precedenze, nella mobilità annuale e nei contratti a tempo determinato art.36 del CCNI”.

I motivi del disaccordo

I motivi del disaccordo sono molteplici: “Questo, oltre all’obbligo di permanenza esteso a tutti i docenti su qualsiasi sede ottenuta nei movimenti interprovinciali, le aliquote nei trasferimenti da posto sostegno a comune e l’esclusione dei DSGA neo-assunti, aspetti recepiti dal CCNI sottoscritto invece che superati con un’azione unitaria e determinata, ha motivato la nostra forte contrarietà alla firma e la decisione di intraprendere un’azione legale contro il ministero per comportamento antisindacale”.

Gli elementi positivi

Ma ci sono anche degli aspetti che sono andati incontro alle indicazioni dei sindacati: “Unica nota positiva nel testo della OM 45/22 è stata l’eliminazione di un passaggio che prevedeva la compilazione delle graduatorie interne su Polis in una sola settimana: operazione che avrebbe coinvolto tutti i docenti (circa 700.000) con la compilazione di moduli e dati riferiti all’intera carriera”.

Non sono mancate però le critiche: “Abbiamo criticato la proposta e definito “immotivata” l’urgenza di questo provvedimento che sarebbe stato l’ennesima molestia burocratica per le segreterie chiamate a valutare e validare un rilevante numero di domande e documenti. Ha prevalso la nostra posizione di buon senso che ha convinto il ministero a rimandare con tempi più distesi l’informatizzazione delle graduatorie interne”.