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Niente proroga organico Covid Ata: assordante il silenzio del Governo

Cresce la preoccupazione attorno al mancato rinnovo dell’organico Covid Ata e docenti fino alla fine del prossimo anno scolastico. Manca di fatto un mese alla scadenza dei contratti su tutto il territorio nazionale, e il silenzio del Governo circa la possibilità di mantenere la promessa di prorogare tutti i contratti fino a giugno si fa sempre più assordante.

Mancata proroga dello stato di emergenza

I sindacati continuano a far sentire la propria voce, ma è ormai evidente che si tratta di una partita da giocare attorno al reperimento del budget necessario per rinnovare tutti i contratti. E soprattutto è necessario capire se la decisione del Governo di non prorogare lo stato di emergenza per il Covid a livello nazionale oltre il 31 marzo possa essere in qualche modo connesso con la volontà o meno di rinnovare l’organico Covid.

Anche lo Snals spinge però affinchè si provveda alla proroga dei contratti dell’organico covid fino a giugno, come negli ultimi giorni stanno facendo i presidi mediante l’associazione nazionale presieduta da Giannelli.

Determinazione degli organici

In un comunicato stampa il sindacato spiega l’importanza del rinnovo: “Lo Snals-Confsal ritiene che sia improrogabile la revisione dei criteri per la determinazione degli organici, in modo da garantire lo svolgimento delle lezioni in condizioni minime di sicurezza. Nel frattempo consideriamo doveroso e fondamentale prorogare fino a giugno i contratti in scadenza a marzo, stipulati sulla base dell’organico aggiuntivo covid e che coinvolgono in massima parte i collaboratori scolastici”, scrive la segretaria generale Elvira Serafini.

Abnegazione e senso del dovere

“L’emergenza sanitaria ha dimostrato che lo Stato ha potuto contare nei momenti difficili sul prezioso contributo di lavoratori che, anche nelle estreme situazioni di rischio e di pericolo, hanno garantito l’apertura delle scuole in sicurezza svolgendo con abnegazione e senso del dovere il lavoro loro assegnato. È giunto il momento di riconoscere alla scuola e a tutti i lavoratori il valore che meritano”, conclude Serafini.