Scuola

Organico Covid: doccia fredda tra stipendi non pagati e niente proroga a giugno

Ancora nessuna novità per i 30mila docenti e Ata appartenenti all’organico Covid. E’ di fatto iniziato il conto alla rovescia considerato che marzo è l’ultimo mese valido per i contratti in essere, in scadenza il 31 marzo. Se la proroga fino alla fine dell’anno scolastico fino a qualche settimana fa era stata fatta passare come una formalità, con il passare dei giorni le speranze sembrano invece sempre più assottigliarsi.

Proroga sempre più lontana

E così 14mila Ata (amministrativi, tecnici e ausiliari) e 17mila docenti, assunti per compensare le necessità derivanti dall’emergenza Covid, potrebbero pagare paradossalmente quella che è una buona notizia, e cioè la fine dello stato di emergenza annunciato da Draghi proprio per il 31 marzo. Inevitabile che dietro ci sia anche una questione economica, con le difficoltà del Governo nel reperire il budget aggiuntivo da destinare al rinnovo dei contratti in scadenza.

I presidi lanciano l’allarme

Il fatto che lo stato di emergenza non venga prorogato, però, non significa che di fatto le necessità delle scuole scompaiano. Lo sottolinea a Repubblica Antonello Giannelli a capo degli aderenti all’Anp (l’Associazione nazionale presidi), “quel personale è assolutamente necessario perché l’organico delle scuole è sottodimensionato rispetto alle reali esigenze del servizio”. E riguardo agli Ata, Giannelli parla di soggetti “necessari specie nelle scuole con più sedi”. Per arrivare a fine giugno il governo dovrebbe stanziare altri fondi. Qualche giorno fa, la Flc Cgil ha fatto i conti. Tramite la Cgil, ha presentato un emendamento al decreto-legge Sostegni ter chiedendo un finanziamento aggiuntivo di 200 milioni. “Si tratta – dicono dal sindacato – di un impegno doveroso che lo stesso ministero ha assunto in più occasioni e che non può più essere rinviato ulteriormente”.

In attesa degli stipendi arretrati

A tutto ciò si unisce anche il malumore per il ritardo nel pagamento degli stipendi. A conferma di una situazione che crea dubbi e incertezze circa il futuro di questi lavoratori. Diventa quindi sempre più improbabile la speranza di sindacati come Anief, che a gran voce e a più riprese avevano chiesto l’integrazione nell’organico scuola dei lavoratori appartenenti al contingente covid a tempo indeterminato. E invece il timore è che dal 1° aprile 30mila lavoratori resteranno a casa e senza stipendio, e che le scuole si possano ritrovare da un giorno all’altro con una carenza di personale che complicherebbe notevolmente la conclusione dell’anno scolastico.