Scuola

Riforma reclutamento docenti: immissioni in ruolo senza concorso e abilitazione supplenti

I concorsi scuola sono condizione necessaria ma non sufficiente per risolvere i problemi della scuola, a cominciare dal precariato proseguendo per la supplentite e finendo con la discontinuità didattica. La riforma del reclutamento che il ministero ha in mente, passa per l’attuazione annuale dei concorsi. Ottimo proposito, ma che rischia inesorabilmente di scontrarsi con le lungaggini burocratiche insite in questo tipo di procedura.

Procedure farraginose

Le cui criticità vengono messe a nudo ogni qualvolta si presenta un elemento esterno a interferire, come avvenuto negli ultimi due anni con la pandemia. Evento estremo, certo, e che ci si augura non sia frequentemente ripetibile. Ma che costituisce in ogni caso un campanello d’allarme indicativo della necessità di trovare soluzioni alternative, quantomeno da affiancare ai concorsi stessi.

Ecco perchè la soluzione di abilitare i supplenti di lungo corso per poi stabilizzarsi, diventa una strada da non abbandonare. Lo ribadisce il senatore Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e vicepresidente della commissione Cultura. C’è anche l’esempio recente di procedure avviate ma incapaci di immettere in ruolo un numero congruo di vincitori, per le difficoltà intrinseche della procedura stessa: è accaduto con il concorso Stem: “Nell’attuale legislatura – dice il senatore leghista – succede che anche in piena crisi pandemica la stabilizzazione del corpo docente (fondamentale per la tenuta del sistema) passi da prove concorsuali che sembrano studiate apposta per non superarle, numeri palesemente insufficienti e tempi biblici”.

Immissioni in ruolo senza concorso

Pittoni spinge per l’assunzione dei precari direttamente da Gps. Ma le immissioni in ruolo senza concorso non convincono molte forze politiche, a partire dal M5s e in particolare dall’ex ministra Lucia Azzolina.

Pittoni sostiene che “qualsiasi proposta di buonsenso e in linea con la normativa europea come i percorsi formativi abilitanti all’insegnamento, è di fatto boicottata. Ho chiesto al ministro dell’Istruzione di farsi carico della questione. La qualità del servizio è un diritto degli studenti”.

Concorso straordinario per i precari con tre anni di servizio

La buona notizia è la decisione di procedere con il concorso straordinario per i precari con tre anni di servizio entro il 15 giugno. Ma resta in cantiere l’auspicio di provvedere all’attivazione di una sorta di nuova versione dei cosiddetti Pas e Tfa (per il sostegno), comprensiva del vincolo di avere svolto almeno un’annualità nella classe di concorso specifica per cui si concorre. La procedura prevede una prova unica che consentirà l’accesso all’anno di prova e formazione.