Scuola

Formazione obbligatoria docenti: diventa retribuita e in orario di servizio

Non solo aumento dello stipendio dei docenti nel nuovo contratto scuola che a breve dovrebbe essere ufficializzato, non appena tutte le parti in causa troveranno un punto di incontro. Ci sono anche altre questioni in ballo, che riguardano i diritti dei docenti. Uno di questi riguarda la formazione obbligatoria e le sue modalità.

La formazione professionale

Nel nuovo contratto nazionale di lavoro riservato ai docenti, si dovrà trovare un punto di incontro anche per quel che concerne la formazione obbligatoria dei docenti. Da qualche anno, la formazione obbligatoria, per i docenti e non solo, è diventata un dovere annuale, che riguarda anche gli albi professionali.

Il ministro dell’Istruzione ha anticipato nell’Atto di indirizzo già presentato che “il contratto definirà un pacchetto di ore specificamente e obbligatoriamente destinate alla formazione, finalizzate in particolare alla formazione dei docenti. (…) Il contratto, valorizzando l’impegno ulteriore previsto per tutto il personale e fermo restando il principio della remunerazione per il lavoro svolto al di fuori dell’orario di servizio, potrà altresì prevedere le modalità attraverso le quali l’impegno in attività di formazione in servizio certificate, valutate e coerenti con l’attività didattica svolta si collegherà a ulteriori sviluppi di valorizzazione professionale”.

Carta del docente ai precari

Ma sulle modalità con cui tutto questo dovrà avvenire, c’è ancora molta incertezza. I sindacati in particolare non vogliono cedere di un centimetro su un aspetto ritenuto di centrale importanza nell’ottica della valorizzazione dei docenti e del rispetto della professione. Marcello Pacifico, presidente Anief, sottolinea come “la formazione è centrale nella vita professionale di tutti i lavoratori della scuola, ma deve essere retribuita, come ci ha ricordato la Corte di Giustizia Europea. E va necessariamente svolta durante l’orario di servizio e senza ore aggiuntive. Piuttosto, è bene che dal tavolo contrattuale esca un messaggio forte: visto che un docente su quattro è precario ed ha gli stessi diritti-doveri del collega di ruolo, è giunta l’ora che si assegni la Carta dei docenti anche ai precari. Come pure al personale educativo, equiparato per legge ai docenti della primaria, e naturalmente a quello amministrativo: per quale motivo il personale Ata è escluso della card che permette l’aggiornamento professionale?”.