Scuola

Maturità 2022: Bianchi resta convinto della prova scritta

Le proteste degli studenti nei confronti delle novità sugli esami di maturità 2022 introdotte dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, potrebbero far tornare indietro il ministero su alcune decisioni prese, che miravano a dare un segnale importante di ritorno alla normalità dopo due anni di pandemia.

La sorpresa del ministro Bianchi

Novità che però non sono state accolte bene, sorprendendo e spiazzando lo stesso ministro, che nel corso di un intervento a Metropolis, podcast de La Repubblica, ha avuto modo di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Perché il doppio scritto? Mi ha impressionato moltissimo l’idea che non si doveva fare un esame scritto perché tutta una generazione non sarebbe stata in grado di affrontare una prova. L’idea di lasciare un peso così su una generazione non è sopportabile e non va assecondato. I ragazzi non devono avere paura e noi dobbiamo accompagnarli verso una nuova condizione. Ho insistito per riportare i ragazzi a scuola. Ho detto prima a Tommaso Biancuzzi, della Rete degli studenti, che ho incontrato nel pomeriggio, che è tempo di riprendere un percorso ritmato, che prevede che siano le commissioni interne a valutare i ragazzi su una prova di interesse nazionale e una seconda prova modulata sulla reale situazione delle varie scuole”.

Gli scontri tra studenti

Poi il ministro ha affrontato anche altri temi, come quelli inerenti gli scontri tra studenti e forze dell’ordine durante le manifestazioni seguite alla morte dello studente diciottenne Lorenzo Parelli durante uno stage di apprendistato: “Ho totale rispetto della ministra Lamorgese ma tutti abbiamo commesso un errore in questi ultimi anni in cui è cresciuta molta rabbia. Il luogo dell’ascolto è e deve essere la scuola che deve essere riorganizzata e non solo per colpa del Covid. Sui disordini dico che non bisogna mai arrivare a quel punto lì”.

Massima sicurezza

Infine una considerazione generale: “Sul luogo di lavoro la sicurezza deve essere massima perché il livello di 3 morti al giorno è inaccettabile. E per i ragazzi il livello di sicurezza deve essere maggiore: loro hanno un tutore, ma diciamo che serve un “bollino blu” per la sicurezza. Il caso di Udine ci interroga tutti e ci mette davanti a un’evidenza, la sicurezza del lavoro. I problemi vanno affrontati e noi li stiamo affrontando tutti. Ma sono il primo a dire che non voglio, non vorrò tornare su una scuola tutta chiusa su se stessa. Sarebbe un passo indietro che mortifica le centinaia di esperienze che si fanno nel paese e che si fanno in sicurezza”.