Scuola

Maturità 2022: cambia tutto, ma scoppia la protesta

La decisine di reintrodurre la seconda prova scritta agli esami di maturità 2022 è un segnale di ritorno alla normalità in cui il Governo e il ministero crede moltissimo. Ma che sta provocando moltissime reazioni contrarie, probabilmente anche inattese, con cui si dovrà fare i conti di qui agli esami di Stato di giugno.

Contrarietà alla seconda prova

“Ho manifestato la mia contrarietà alla reintroduzione della seconda prova già quest’anno, perché conosco le difficoltà a cui sono esposti gli studenti dopo due anni di pandemia. Si è deciso tuttavia di andare in una direzione diversa e ne prendo atto”.

Lo ha detto all’Adnkronos la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia rilevando che “è comunque apprezzabile l’aver applicato un principio di gradualità in questa scelta, con l’obiettivo di tornare alla normalità”.

“Lasciare alle commissioni la possibilità di declinare la seconda prova in maniera autonoma è la soluzione migliore, perché ciascun consiglio di classe è a conoscenza della situazione dei propri studenti anche alla luce di quanto e di come si è riusciti a lavorare negli ultimi due anni. Dunque – conclude la sottosegretaria M5s – non posso negare che è una scelta che espone studenti e docenti ad alcuni problemi ma mi conforta il fatto che siano questi ultimi, che hanno il polso del livello di prestazioni affrontabile dai propri studenti, a gestire la seconda prova”.

Fanno bene gli studenti a protestare

È tutto pronto per la pubblicazione dell’ordinanza per l’Esame di Stato che partirà il prossimo 22 giugno: il ministro Patrizio Bianchi le ha inviate oggi al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, per il previsto parere. Il ministero dell’Istruzione ha spiegato che “nei documenti predisposti è previsto il ritorno delle prove scritte, sia nell’Esame del primo che del secondo ciclo di istruzione, con alcune specifiche”: per la maturità ogni singola commissione deciderà la seconda prova, a seconda del programma svolto. Le ordinanze sono anche state illustrate anche ai sindacati. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “pensare di ritornare alla normalità quando gli alunni in una classe su tre sono in DAD o in DDI significa negare la realtà: comprendiamo i buoni propositi del Ministero, ma fanno bene gli studenti a protestare”.

Maturità sopravvalutata

Cristiano Corsini, pedagogista dell’Università UniRoma3, intervistato da Orizzonte Scuola sostiene che “si carica l’esame di stato di eccessive aspettative rispetto al modello di scuola. C’è una stagionalità della riflessione attorno all’esame di Stato. Ma bisogna capire che l’esame di Stato non deve essere usata come clava per cambiare la scuola. Non è un esempio di valutazione educativa ma tira le somme. Non è granché formativa. Non si diventa maturi in quel momento. E poi c’è questa idea che si debba insegnare per l’esame. Ed è questo che si riscontra nella stagionalità della polemiche”.