Scuola

Sergio Mattarella nuovo presidente della Repubblica: cosa cambia per la scuola?

E’ Sergio Mattarella il nuovo, si fa per dire, presidente della repubblica. Visto lo stallo cui si era giunti l’ottavo giorno di votazioni da parte dei partiti, e la sensazione che una soluzione per un nome condiviso non sarebbe stato trovato a breve, le forze politiche hanno chiesto aiuto all’ex presidente della Repubblica, che avrebbe preferito farsi da parte.

Se serve ci sono

Ma che proprio in virtù della sua altissima responsabilità istituzionale, avrebbe risposto con un significativo “se serve ci sono”, togliendo in questo modo le castagne dal fuoco ai rappresentanti delle forze politiche e in generale al Paese, che esce da una fase di stallo che in questo momento di ripresa dopo la pandemi non si poteva permettere.

Cosa cambia per la scuola con la conferma di Mattarella

Ma cosa cambia per la scuola la nomina del Mattarella bis a presidente della Repubblica? Innanzitutto esclude la possibilità che Mario Draghi lasci la presidenza del Consiglio per trasferirsi al Quirinale, come era stato paventato negli ultimi giorni. Questo per la scuola è un segnale importante, perchè consente di proseguire nel segno della continuità.

Il fatto che Draghi resti al suo posto, salvo sorprese, significa che rimarrà al suo posto anche il ministro dell’Istruzione Bianchi, che aveva già avviato tutta una serie di riforme per il mondo della scuola. SI può quindi ben sperare che venga attuata la prospettiva dei concorsi scuola annuali, semplificato, come deciso dall’attuale ministro dell’Istruzione.

Riforma del reclutamento

Non solo. adesso si potrà proseguire verso la strada della riforma del reclutamento, voluta dallo stesso ministro Bianchi. E che dovrebbe prevedere una fase transitoria, probabilmente con l’introduzione del doppio canale di reclutamento che consenta un’immissione in ruolo di docenti precari che compensi la carenza di personale che porta alla supplentite cronica. La riforma del reclutamento dovrebbe passare anche attraverso l’addio ai 24 Cfu e all’introduzione dei 60 crediti formativi universitari, finalizzati all’abilitazione dei candidati docenti prima dell’accesso al concorso.

Bisogno di continuità

Ne sapremo di più nelle prossime settimane, ma l’elezione di Sergio Mattarella per un altro settennato consente all’attuale Governo di continuare a lavorare. Una buona notizia per molti settori del paese, lavoro ed economia in primis, ma anche per il mondo della scuola che in questo momento ha assoluto bisogno di continuità.