Scuola

Bollettino covid oggi: Pregliasco, rimandiamo apertura scuole di due settimane

In attesa del bollettino Covid di oggi 1 gennaio 2022, che fa temere un nuovo record di contagi risultato delle festività natalizie, il mondo della scuola si prepara a dover prendere misure straordinarie che potrebbero anche comprendere la ripresa in ritardo delle lezioni per dare il tempo alla pandemia di rallentare un po’.

In attesa del 3 gennaio

Il Governo spinge per mantenere il più possibile la normalità evitando la didattica a distanza, ma bisognerà fare i conti con l’evidenza dei fatti, e il bollettino covid di oggi e dei prossimi giorni in questo senso sarà decisivo. La data stabilita come punto di riferimento in questo senso sarà il 3 gennaio, considerata dagli esperti come la cartina di tornasole per provare a individuare quando si verificherà il picco dei contagi e si potrà iniziare a sperare in una discesa.

Pregliasco suggerisce di posticipare le riaperture

Se il governo spinge per la didattica in presenza rispettando il calendario scolastico regionale di inizio anno, i virologi sono più prudenti, e ritengono che dare un po’ di fiato ai contagi potrebbe rivelarsi molto utili. Ecco perchè potrebbe essere utile posticipare di qualche giorno la riapertura delle scuole, un intervento che potrebbe limitare la diffusione dei contagi Covid, considerando che “i bimbi già con la variante Delta sono più coinvolti che con il virus originale e adesso c’è la Omicron” che corre, quindi “in gran quota sono ancora suscettibili” all’infezione.

Lo sostiene il virologo Fabrizio Pregliasco, docente all’università Statale di Milano, all’Adnkronos Salute. Il volto noto della tv spiega che bisognerebbe rimandare il ritorno in classe di qualche giorno. Di quanto? “Una settimana almeno, meglio due – risponde – da sfruttare anche per far decollare la campagna vaccinale rivolta ai 5-11enni”.

“Anche guardando ai dati – osserva l’esperto – si vede come sono coinvolti i giovanissimi in termini percentuali. Quindi ritardare il rientro in aula potrebbe essere una scelta ragionevole. La priorità è la scuola in presenza – precisa – però bisogna anche valutare l’andamento dell’epidemia”.