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Proroga Organico Covid Ata: presidi in rivolta, a gennaio si rischia il caos

Restano ancora con il fiato sospeso i collaboratori scolastici appartenenti all’Organico Covid Ata che tra qualche ora vedranno scadere i propri contratti (alcuni sono già scaduti per mancanza di fondi) e non sanno se verranno rinnovati a gennaio 2022 e fino a quando. I fondi stanziati nella Legge di Bilancio per l’organico Covid Ata sono insufficienti a garantire il rinnovo dei contratti per tutti i dipendenti Ata attualmente in organico Covid, e le parole del ministro Bianchi lasciano intendere che dovranno essere fatte delle scelte, dolorose, da parte dei dirigenti scolastici: “Daremo a breve ai dirigenti scolastici informazioni su come dare continuità a questi contratti in scadenza”.

Tempo pieno a rischio

Dirigenti scolastici che in tempi non sospetti avevano già avvertito circa il rischio di tagliare da un giorno all’altro una simile quantità di personale. Un provvedimento che rischia di mettere in ginocchio molte scuola, considerato che l’emergenza sanitaria non è affatto terminata. E che anzi alla ripresa delle attività scolastiche di gennaio, in virtù dell’aumento di contagi, rischia di deflagrare in tutta la sua drammaticità. Il problema maggiore lo hanno gli istituti dove si svolge il tempo pieno.

Ma in generale è un problema che riguarda tutti gli istituti, come sottolineano 93 presidi dell’Umbria, che hanno scritto al ministro Bianchi per sottolineare le loro difficoltà: «Senza conferma del personale di rinforzo per il Covid non possiamo andare avanti e al rientro dalle vacanze natalizie potremmo dover ridurre il tempo scuola e la completa erogazione del servizio in presenza, ricorrendo a forme alternative d’interazione a distanza».

Il personale Ata non è un lusso sacrificabile

I contratti dei docenti Covid sono stati integralmente rinnovati e finanziati, quelli Ata no. A conferma di una sorta di disparità di considerazione nei loro confronti: «I collaboratori – ricordano i presidi – sono stati richiesti dalla stragrande maggioranza delle scuole come supporto indispensabile per la complessa gestione dei plessi, in misura sicuramente molto più significativa rispetto alle altre figure. Prima che il peggio abbia a verificarsi, ci corre l’obbligo di rappresentare come le nostre scuole non possano fare a meno di questo personale, per poter garantire il regolare funzionamento delle attività didattiche in presenza e in sicurezza».

L’equivoco che i presidi desiderano risolvere è che l’organico Covid Ata non è un lusso o una risorsa di personale sacrificabile, ma si tratta di una necessità assoluta, in questo momento, per le attività quotidiane delle scuole: «Non si tratta di personale – dicono – che solo in via del tutto eccezionale viene a creare un surplus rispetto al livello soglia. Non c’è eccedenza, non c’è esubero, non c’è spreco di risorse».

Rimediare con il primo provvedimento utile

Prende atto della decisione del Governo anche Vittoria Casa, presidente della commissione Cultura Scienza e Istruzione alla Camera, ma rilancia auspicando una inversione di rotta: “Non è stato invece finanziato fino a giugno il prolungamento dei contratti per tutto l’organico Covid ATA. In un momento di peggioramento della situazione pandemica, si tratta di una mancata misura preventiva. Tutto il personale ATA ad oggi impiegato è essenziale. Le relative risorse dovranno essere stanziate nel primo provvedimento utile”.