Scuola

Sciopero della fame contro il Green Pass scuola: “Obbligo anche per i parlamentari”

La gran parte dei docenti sono tutti vaccinati, così come gli appartenenti al personale ata. Questo sta consentendo un rientro tranquillo a scuola e una introduzione del Green Pass scuola, esteso a chiunque abbia accesso agli edifici scolastici, meno problematica del previsto. Merito anche della piattaforma digitale messa su a tempo di record dal Governo che sta permettendo controlli celeri e puntuali in grado di ridurre al minimo polemiche e ritardi nell’ingresso in aula e al verso il proprio posto di lavoro.

Lo sciopero della fame

Ma qualche caso isolato continua inevitabilmente a verificarsi, perchè c’è chi proprio non ne vuole sapere di vaccinarsi, ne di sottoporsi al tampone, perchè in generale ritiene illegittimo e incostituzionale il percorso intrapreso dal Governo che vuole obbligare, indirettamente, a una scelta che invece dovrebbe essere libera. Caso emblematico quello della maestra di Sulmona, in provincia dell’Aquila, pronta allo sciopero della fame. La maestra è in servizio presso una scuola dell’infanzia di Collarmele, e non ne vuole sapere di piegarsi all’obbligo di esibire il Green Pass per andare a scuola.

La lettera al ministro Bianchi

La maestra ha inviato una lettera al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “Oggi mi è stato impedito di entrare – ha detto l’insegnante, Alba Silvani – resterò qui, metterò in atto uno sciopero della fame per chiedere il rispetto del diritto costituzionale al lavoro e contro ogni forma di discriminazione”. “Non c’è nessun bisogno di imporre il Green pass a una categoria, quella degli insegnanti, che ha raggiunto il traguardo del 92% di vaccinati e quindi ha superato l’obiettivo dell’immunità di gregge”.

Secondo la maestra, l’obbligo del Green Pass scuola è “discriminatorio perché il tampone imposto agli insegnanti ogni 48 ore, non solo è fortemente invasivo e insostenibile sul piano sia sanitario sia economico, ma rappresenta una discriminazione rispetto ad altre categorie, come i parlamentari e i lavoratori del Parlamento che possono entrare senza obbligo di Green pass: proprio i parlamentari che fanno le leggi valide per tutti gli altri cittadini! I parlamentari non debbono esibire nulla, mentre a noi si chiede la tessera verde per poter lavorare. È giusto questo?”.

L’Italia non è una Repubblica fondata sul Green Pass

Secondo la maestra l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (art.1 della Costituzione) e non sul Green pass. L’obbligo del Green pass è anche contro l’art.3 della Costituzione che, tra l’altro, vieta ogni discriminazione rispetto a condizioni personali e sociali”. “Io ho già chiesto scusa all’insegnante che doveva lavorare in classe con me per il disagio che potrò arrecare. Domattina tornerò qui – ha anticipato la maestra – poi andrò a Pescina (L’Aquila) dove c’è un complesso scolastico, non è il plesso di mia pertinenza, ma continuerò lì, fuori, la mia protesta”. Dopo la notizia della protesta della maestra e della minaccia dello sciopero della fame sono intervenuti i carabinieri per comprendere quale sia la situazione.