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Ecco il momento peggiore della prigionia: i racconti di Padre Maccalli e Chiacchio

Padre Maccalli e Chiacchio, dopo il rientro in Italia, descrivono il momento peggiore della loro prigionia: “Non abbiamo ricevuto minacce di morte, il momento peggiore è stato quando Luca Tacchetto è riuscito a fuggire. Ci hanno tenuto per alcuni giorni incatenati a un albero, prima che la situazione tornasse alla tranquillità”. “Siamo stati gestiti da tre gruppi, tutti appartenenti alla galassia jihadista legata ad ‘al Qaeda’. Il primo è stato quello dei pastori fulani, il secondo composto da rapitori di origine araba e il terzo da tuareg. Siamo stati sottoposti a lunghi spostamenti, che duravano giorni, anche su moto e barche, attraversando anche il Burkina Faso per arrivare fino in Mali. Siamo stati tenuti insieme da marzo del 2019 fino alla liberazione”.

Gli ostaggi liberati in Mali sono finalmente in Italia. Sono atterrati poco fa a Ciampino Padre Maccalli e Chiacchio. Il loro volo è atterrato alle 13,49 all’aeroporto di Roma. Per Padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio, la fine di un incubo.

Ad attenderli all’arrivo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi di Maio.

A riportarli in Italia un aereo militare, con cui hanno posto fine al loro incubo. Per padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio, nessun giornalista o fotografo, per questioni legate all’emergenza Covid.

“Viviamo un’immensa gioia e una grande felicità. Dopo tanto tempo di attesa finalmente lo posso riabbracciare”, ha dichiarato Clementina Maccalli, la sorella di padre Pier Luigi Maccalli. “La sua missione è portare il Vangelo dove ancora non è conosciuto. Quando lo vedrò non gli dirò alcuna parola ma lo abbraccerò forte. E un abbraccio vuole dire tanto”. “La speranza non è mai venuta meno. Abbiamo tanto fede e questa ci ha aiutato. Lo aspettano tutti e in tanti ma non solo in Italia. Coloro che lo hanno conosciuto sono tutti felici”. Giorgia Meloni: “Ci riempie di gioia la notizia della liberazione in Mali di due nostri connazionali, Nicola Chiacchio e padre Luigi Maccalli, da tempo nelle mani di un gruppo jihadista. Siamo particolarmente felici di poter riabbracciare un coraggioso sacerdote come padre Maccalli, sul cui rapimento era calato un colpevole silenzio. Grazie a chi, come la Fondazione ‘Aiuto alla Chiesa che Soffre’, non ha mai spento i riflettori sulla sua vicenda e complimenti alla nostra intelligence e a tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo risultato”.