Manca ormai poco alla pubblicazione dell’ordinanza che disciplinerà l’aggiornamento delle supplenze Gps 2026 e introdurrà una serie di interventi sostanziali non solo alla procedura valida per il prossimo biennio, ma anche all’algoritmo che in estate, come sempre, sarà responsabile del conferimento egli incarichi a tempo determinato.
Proroga al 2028
Quando è stata prorogato lo strumento dell’ordinanza fino al 2028, anno in cui dovrebbe essere finalmente varato il nuovo regolamento, i sindacati hanno temuto che sarebbe stato un impedimento a intervenire in maniera sostanziale sulle questioni ancora in sospeso da diversi mesi.
Invece gli incontri e le informative al ministero con i sindacati stessi hanno consentito di constatare un’apertura significativa da parte del ministero stesso nei confronti delle questioni sollevate dai sindacati. Va detto che non tutte sono state accolte, e alcune questioni ancora restano in sospeso, ma notevoli passi in avanti sono stati senza dubbio fatti.
Più tempo prr gli Uffici scolastici
Ha sorpreso i sindacati, non in positivo, la volontà del ministero di anticipare all’inverno la procedura di presentazione delle domande per l’aggiornamento Gps rispetto alla collocazione classica in primavera. In un primo momento si era addirittura paventata l’ipotesi di un anticipo a dicembre, alla fine anche gennaio è stato scartato perché avrebbe consentito di inserire eventuali titoli culturali (master, certificazioni) ancora da concludere.
Anche la collocazione di febbraio alla fine presenterà alcune criticità, ma sembra un giusto compromesso tra la volontà del ministero di concedere più tempo agli uffici scolastici per concludere le operazioni scongiurando errori, e la necessità dei docenti di avere più tempo per perfezionare i titoli.
L’algoritmo torna finalmente indietro
Altra problematica riguarda il servizio: chi lavora con contratti di supplenza temporanea alla scadenza della presentazione della domanda non avrà ancora i 12 punti relativi al 2025/26.
Soddisfa tutti invece la decisione di modificare l’algoritmo per fare in modo che possa “tornare indietro”, cosa che consentirà di scongiurare il rischio di considerare con troppa facilità rinunciatari gli aspiranti che non esprimono tutte le preferenze possibili.