Basterebbero 180 milioni per assumere 200mila lavoratori stabili. Lo sostiene Uil Scuola, proponendo una soluzione che avrebbe un impatto limitato per le casse dello Stato ma che consentirebbe di ridurre notevolmente il problema del precariato e della supplentite nelle scuole.
Aumento del 125% negli ultimi dieci anni
I dati parlano chiaro: il tema dei contratti a tempo determinato resta centrale nella scuola, se si pensa che ci sono oltre 285mila lavoratori precari tra insegnanti e ATA coinvolti. Ciò che preoccupa maggiormente è che il dato, che dovrebbe essere in diminuzione in base alle politiche del ministero, è invece in crescita come sottolinea l’incremento del 125% negli ultimi dieci anni. La supplentite dipende inevitabilmente da un sistema di reclutamento inefficiente, accompagnato da politiche incapaci di risolvere il problema della stabilizzazione del personale.
Investimento di 712 euro a docente
A rendere ancora più inaccettabile la situazione, il fatto che stabilizzare il personale docente, secondo la Uil Scuola, non sarebbe proibitivo dal punto di vista economico: secondo il sindacato, la differenza economica tra il pagamento della disoccupazione nei mesi estivi e la stabilizzazione dei precari ammonterebbe a 712 euro.
Un totale di 180 milioni
Questo significa che con un investimento di 180 milioni di euro si riuscirebbe a risolvere gran parte del problema del precariato, garantendo allo stesso tempo agli studenti l’adeguata continuità didattica.
Il problema del precariato è preoccupante soprattutto per i docenti di sostegno, con 121.026 insegnanti precari, e con una distribuzione delle specializzazioni nelle università disomogenea.