Cambiamenti in vista per le pensioni scuola 2026, e si tratta di cambiamenti che riguardano anche i docenti. A partire dal prossimo anno, infatti, viene abolito il pensionamento d’ufficio a 65 anni. Il nuovo limite ordinamentale è di 67 anni. E’ l’effetto dell’entrata in vigore della legge 30 dicembre 2024, n. 207, che applica quanto sancita dalla legge di bilancio per il 2025. Legge che abolisce il meccanismo grazie al quale la pubblica amministrazione poteva disporre unilateralmente della cessazione dal servizio per i dipendenti in possesso dei requisiti per la pensione anticipata.
Il collocamento d’ufficio
L’annuncio ufficiale di quanto già si sapeva è inserito all’interno della circolare MIM del 25 settembre, che sancisce le modifiche normative introdotte dai commi 162, 163 e 164 della stessa legge.
Questo significa che non sarà più possibile sancire il collocamento d’ufficio al compimento dei 65 anni. Una possibilità prevista fino all’anno scorso. Ci sarà ancora pensionamento obbligatorio, ma solo nel momento in cui si raggiungerà l’età limite ordinamentale che equivale per il 2026 a 67 anni. Perché ciò avvenga, però, dovranno essere soddisfatti i requisiti per la pensione di vecchiaia, che prevedono il perfezionamento di 20 anni di contribuzione e importo soglia per chi ha il primo accredito contributivo dal 1996.
Ancora una settimana per le domande di pensionamento
Ci sono anche ulteriori condizioni previste dalla nuova legge: se il compimento dei 67 anni si verifica tra settembre e dicembre 2026, la cessazione dal servizio potrà avvenire solo su richiesta dell’interessato.
C’è tempo per presentare le domande di pensionamento ancora una settimana, entro il 21 ottobre 2025.
Non cambiano le previsioni introdotte dall’articolo 1, commi 147-153 della legge 27 dicembre 2017, n. 205 che tutelano determinate categorie di lavoratori. Si ha diritto alla domanda per la pensione di vecchiaia al raggiungimento di 66 anni e 7 mesi di età. Purché si perfezioni l’anzianità contributiva di 30 anni entro il 31 agosto.