Corsi Indire sostegno: non si placano le polemiche per il via libera all’iscrizione con riserva e l’esclusione del Tfa

Una delle maggiori polemiche che si sta portando dietro il bando appena pubblicato per il prossimo concorso scuola Pnrr 3 è sicuramente quella da parte dei partecipanti al Tfa decimo ciclo, specializzando sul sostegno che hanno scoperto di avere le porte chiuse alla partecipazione all’ultima procedura nell’ambito degli accordi con l’Europa per l’assunzione di 70mila docenti entro i 2026.

La specializzazione abbreviata sul sostegno

Ad acuire ancor di più il risentimento di questa categoria di docenti, lo scoprire che invece la possibilità di iscrizione con riserva sarà concessa ai colleghi che frequentano i corsi di specializzazione abbreviata sul sostegno organizzati da Indire per triennalisti e specializzati estero.

Da cosa dipende questa diversità di trattamento nei confronti di due situazioni che riguardano una categoria di docenti molto simile, ovvero coloro i quali stanno perfezionando il loro percorso di specializzazione sul sostegno? La decisione del ministero, non presa a cuor leggero, dipende unicamente da questioni di compatibilità di tempistiche.

Il Tfa decimo ciclo

I Corsi Indire sul sostegno, infatti, del primo ciclo, si concluderanno secondo le indicazioni fornite dal ministero al momento del loro avvio entro il 31 dicembre, quando probabilmente si saranno concluse da poco le prove scritte del concorso ma lo stesso sarà ancora in pieno svolgimento. Questo consentirà loro di sciogliere la riserva a gennaio. Tempistiche molto diverse da quelle che riguardano i partecipanti al TFA decimo ciclo, che concluderanno il percorso il prossimo giugno, a concorso scuola in dirittura d’arrivo p già concluso, e che quindi non potrebbero sciogliere la riserva in tempo.

Distinzione ingiusta e illogica

Una situazione analoga a quella che ha comportato l’inclusione tra i partecipanti con riserva dei partecipanti al concorso abilitante del secondo ciclo, che si concluderò a fine novembre, e che invece lascia fuori i partecipanti al terzo ciclo che deve ancora prendere il via.

Nonostante la giustificazione oggettiva attinente le tempistiche, per i sindacati si tratta di una distinzione “ingiusta e illogica che crea disparità tra lavoratori che seguono percorsi analoghi e contribuisce a generare conflitti interni tra categorie di docenti”.