Entro fine mese dovrebbero esserci novità importanti circa l’aumento di stipendio dei docenti e del personale scolastico in generale in virtù del prossimo incontro previsto all’Aran tra ministero e sindacati. Una base solida di trattativa c’è già, anche se non soddisfa pienamente tutte le parti.
Nuovo contratto già in ritardo
Gli aumenti messi sul tavolo sono in linea con quelli annunciati negli scorsi mesi, e non si può pensare che le cifre finali si discostino di molto da quelle che consentono i fondi a disposizione del ministero. C’è l’aggiunta dell’una tantum stanziata di recente, ma non sposta di molto la situazione.
Se si riuscirà a trovare un accordo entro la fine dell’anno, si potrà procedere con aumenti mensili della retribuzione tabellare a partire da gennaio 2024, provvedendo al saldo degli arretrati e all’inserimento in busta paga degli aumenti. Soprattutto, si potrà andare avanti con la contrattazione del triennio successivo, quello già in corso, che dovrebbe comportare ulteriori aumenti in modo da iniziare ad allineare gli stipendi a uno standard accettabile, in linea con il resto della pubblica amministrazione e soprattutto con la media dei colleghi europei.
L’aumento di cui si sta discutendo è una media di tutte le figure professionali all’interno della scuola, ma naturalmente ci saranno differenze da dipendente a dipendente a seconda dell’anzianità di servizio e del grado di istruzione in cui si presta.
Le sei fasce previste
Secondo le ultime cifre messe sul tavolo da Aran, gli aumenti lordi mensili si dividono in sei fasce di anzianità: da 0 a 8 anni, da 9 a 14, da 15 a 20, da 21 a 27, da 28 a 34 e oltre i 35 anni.
Sono cifre ancora soggette a trattativa, per cui potrebbero cambiare anche se difficilmente si discosteranno di molto da quelle attuali. Soprattutto, bisogna ricordare che una parte è già corrisposta da diversi mesi in busta paga mediante indennità di vacanza contrattuale (raddoppiata dallo scorso luglio), condizione che farà percepire un minore aumento rispetto a quello annunciato.
Gli aumenti proposti
Per il nuovo contratto scuola sono previsti aumenti medi tra 100 e 180 euro mensili, variabili in base all’ordine di scuola e all’anzianità di servizio. I docenti dell’infanzia e della primaria vedranno incrementi compresi tra 105 e 152 euro, mentre per gli insegnanti della scuola secondaria di primo grado, inclusi quelli di educazione fisica, gli aumenti si muoveranno tra 114 e 169 euro. Nei licei e negli istituti tecnici, i docenti laureati saranno quelli a beneficiare delle cifre più alte, con incrementi che vanno da 114 euro a oltre 177 euro per chi ha più di 35 anni di servizio. Anche per i docenti diplomati della secondaria di secondo grado sono previsti aumenti analoghi, ma leggermente inferiori rispetto ai colleghi laureati.