La Carta docente è un diritto anche dei docenti impegnati nelle supplenze brevi. Lo ha sancito una volta per tutte una sentenza della Corte di Giustizia Europea che rende strutturale il beneficio anche per una platea ancora più larga di docenti precari.
Altro che supplenze “brevi”
La sentenza della Cassazione n. 29961 del 27 ottobre 2023 sancisce in maniera inequivocabile che il bonus per l’aggiornamento professionale dei docenti va attribuito sia ai docenti di ruolo che ai precari e non solo a quelli con contratto fino al 31 agosto, ma anche a quelli che hanno firmato supplenza “fino al termine delle attività didattiche”, dunque fino al 30 giugno.
Se questa è un’ottima notizia per i destinatari del bonus, che vengono finalmente equiparati a livello di diritto ai colleghi, dall’altro lato comporterà inevitabilmente la necessità di rimodulare l’importo del bonus stesso da parte del ministero. Se i destinatari aumentano, infatti, dall’altro lato non aumentano i fondi a disposizione. E così a fronte dell’allargamento del platea dei beneficiari il ministero dovrà fare di necessità virtù e quello che era un importo minimo garantito, 500 euro, adesso diventa un massimo, con bonus da modulare di anno in anno in base al numero di docenti da saldare.
Le sentenze
Anche la categoria delle supplenze brevi dunque entra a far parte della platea dei beneficiari, ed è una notizia importante considerato che nella categoria ci sono anche le supplenze che si protraggono fino al termine delle lezioni diventando alla fine tutt’altro che brevi, ma coprendo tutta l’attività di docenza annuale.
La sentenza della Cassazione mette un punto definitivo su quella che era una questione in sospeso.
La sentenza della Corte di Giustizia Europea arriva dopo il rinvio pregiudiziale del Tribunale di Lecce: la sentenza del 3 luglio 2025 ha sancito inequivocabilmente che a prescindere dalla scadenza del contratto breve, i docenti non possono essere discriminati e hanno comunque diritto, in virtù della loro professione, al bonus per l’aggiornamento professionale al pari dei colleghi con contratti più lunghi o più stabili.
C’è una durata minima?
La sentenza della Corte Europea si ripercuote ora sulla giurisprudenza nazionale, con pronunce favorevoli dei giudici di primo grado e della Corte d’Appello di Torino (sentenza n. 165 del 24 maggio 2024) seguite da quelle simili di molti altri Tribunali.
Da capire adesso se c’è una durata minima di supplenza breve oltre la quale scatta il diritto al bonus. Non c’è un’indicazione univoca ma è probabile si tenga conto di quelle fino al termine delle lezioni o di almeno 180 giorni.