Formazione docenti gratuita e accessibile a tutti i precari: stop ai costi scaricati sulle tasche dei supplenti

Un sistema di reclutamento stabile e una formazione iniziale gratuita per i docenti, oggi troppo costosa e affidata a soggetti privati. E’ la richiesta di Flc Cgil a poche settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, ma in un momento già cruciale tra percorsi abilitanti e nuovo bando di concorso docenti Pnrr 3, che arriverà entro fine ottobre.

I costi a carico dei precari

Flc Cgil denuncia le criticità di un sistema di reclutamento segnato da continue modifiche e da percorsi a ostacoli per i precari. La questione dei costi esorbitanti per l’accesso alla professione, introdotti con i percorsi abilitanti, ma già presenti con i Tfa e rilanciati adesso dai Corsi Indire per la specializzazione abbreviata sul sostegno riservata a triennalisti e specializzati estero, resta centrale.

Al centro della critica, i costi della formazione iniziale: “Oggi i corsi di abilitazione e specializzazione sono spesso appaltati a università telematiche e soggetti privati, con cifre elevate che ricadono interamente sulle tasche dei lavoratori”.

Secondo il sindacato, manca inoltre un raccordo tra i percorsi formativi offerti e il reale fabbisogno delle scuole. Questo comporta che migliaia di docenti specializzati non riescano a ottenere supplenze, mentre in altri gradi di istruzione vengono chiamati insegnanti privi del titolo richiesto.

Formazione gratuita e percorsi di qualità

La Flc Cgil auspica che si possa arrivare a una formazione in ingresso che costituisca un diritto gratuito ed esigibile per tutti i precari. “I percorsi di abilitazione e specializzazione devono essere pubblici, accessibili e di qualità, in linea con le esigenze del sistema scolastico”, ha ribadito Fracassi. L’obiettivo è superare il “mercato dei titoli” e garantire a chi lavora nella scuola strumenti reali di crescita professionale.

Il sindacato chiede anche un piano straordinario di stabilizzazione degli organici, per ridurre drasticamente il numero di supplenze e limitare il ricorso a cattedre in deroga, soprattutto sul sostegno.

Investire nel sistema pubblico

Per la leader della Flc Cgil, la soluzione passa da un ripensamento complessivo del reclutamento e da un forte investimento nella scuola statale. “Occorre ridisegnare un sistema che assicuri qualità e continuità, abbandonando la logica dei tagli. Solo così si potrà innalzare il livello dell’istruzione e ridurre il precariato strutturale che da anni caratterizza la scuola italiana”.