Nuove vie abilitanti con titoli di laurea differenti attraverso percorsi integrativi: carenza di organico su alcuni gradi, le soluzioni

Nonostante ci siano pochi docenti per la scuola primaria, soprattutto al Nord, la normativa non viene modificata costituendo un impedimento per l’accesso alla professione. Lo ha spiegato Simone Craparo della Gilda degli insegnanti a Orizzonte Scuola. Il problema della mancanza di insegnanti nella scuola primaria si unisce al fatto che il mancato ricambio generazionale stia provocando un aumento dell’età media del personale insegnante.

La carenza di personale

Una situazione che sta causando disagi per le scuole delle regioni interessate evidenti negli ultimi anni. Non è un caso che la maggior parte degli interpelli aperti per le supplenze in questi giorni, a meno di un mese dall’inizio delle lezioni e con l’algoritmo che ancora sta assegnando cattedre da Gps, sia proprio per la primaria.

Al momento, in base alla normativa attuale, se un docente vuole accedere all’insegnamento nella scuola infanzia e primaria, può fare riferimento solo al titolo di studio di diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/02 oppure a una laurea in Scienze della formazione primaria.

Le nuove vie abilitanti

I dati dicono però che questo corso di laurea non è sufficiente per garantire alle scuole italiane il numero di docenti di cui avrebbero in realtà bisogno. Questo nonostante la normativa consenta di insegnare già con l’acquisizione di 90/150 CFU.

Quali possono essere le soluzioni? I sindacati indicano da tempo la strada al ministero, spiegando che servirebbe l’apertura di nuove vie abilitanti riservate anche ai docenti che sono in possesso di titoli di laurea differenti. Una soluzione potrebbe essere quella di istituire percorsi integrativi.

Il rischio di riduzione di posti

Se questo però coinciderebbe con una modalità “a invarianza di organico”, come già successo con l’insegnamento di educazione motoria nella primaria, il risultato non sarebbe quello ottimale, dal momento che si verificherebbe una riduzione dei posti nelle discipline tradizionali.

A questo va aggiunto che prestare servizio alla primaria senza titolo di accesso non assicura alcun punteggio per le classi di concorso della secondaria.