Non possono accettare supplenze da interpelli i docenti che non sono stati già “lavorati” dall’algoritmo, lo impedisce l’ordinanza ministeriale

Sono già molti gli interpelli pubblicati dagli ambiti territoriali per quelle cattedre che non è stato possibile assegnare mediante algoritmo Gps o mediante graduatorie di istituto, della stessa scuola o di quelle viciniori. L’interpello costituisce un ottimo strumento per risolvere rapidamente la questione delle cattedre scoperte, sia da parte del dirigente scolastico in difficoltà, sia per i docenti che ancora non hanno ottenuto un incarico.

Chi può rispondere agli interpelli

Attenzione però alla normativa, che pone delle condizioni precise per rispondere gli interpelli, soprattutto da parte dei docenti. Non è infatti possibile rispondere agli interpelli da parte di quei docenti per i quali l’algoritmo GPS della provincia di riferimento non ha ancora raggiunto la propria posizione.

Lo sancisce una delle norme contenute nell’ordinanza ministeriale che regolamenta le supplenze. Questo perché la logica dietro questo tipo di conferimento di incarichi è che gli interpelli possano essere accettati solo dopo che un docente precario è già stato “lavorato” dall’algoritmo.

Il requisito della “lavorazione”

Questo significa che il docente in questione deve essere nella condizione per la quale il proprio nominativo è stato analizzato senza ricevere alcuna assegnazione. Questa la normativa in generale. Va detto però che se ci si trova in una fase avanzata di conferimento supplenze mediante algoritmo, e non si è ancora ricevuto un incarico, capita spesso di ricorrere all’interpello. Anche in virtù del fatto che, nell’applicazione pratica, raramente gli uffici scolastici provvedono a un controllo effettivo su questo requisito.

Questo però non è un invito a disattendere la normativa, che al contrario va rispettata. Il fatto che questo tipo di controllo sul requisito della “lavorazione” del proprio nominativo precedente alla risposta all’interpello sia piuttosto limitato non vuol dire che non possa accadere, e in quel caso si può incorrere in una sanzione. La cosa migliore è quindi rispettare la procedura e rispondere a un interpello al quale si è interessati e accettarlo solo dopo che si ha la certezza che si è stati già “lavorati” dall’algoritmo, e che quindi il proprio nominativo è stato analizzato senza ricevere alcuna assegnazione.