La nuova normativa che introduce la sanità integrativa anche per i docenti e ATA precari consentirà di abbracciare una vasta platea di beneficiari, addirittura si stima che possano essere alla fine 235mila i soggetti coinvolti.
Inclusi anche i precari
E’ quanto inserito all’interno del Decreto Scuola n.127 del 9 settembre che stanzia ulteriori 15 milioni di euro annui utili ad allargare la platea dei beneficiari della nuova copertura assicurativa integrativa delle spese sanitarie del personale scolastico. Grazie a questi fondi aggiuntivi, rientrano tra i beneficiari anche i lavoratori precari della scuola, inizialmente esclusi.
In questo senso viene accolta la richiesta dei sindacati di non acuire la discriminazione già evidente in altri ambiti scolastici dei precari rispetto ai docenti di ruolo, coinvolgendo anche i primi tra i destinatari della copertura sanitaria integrativa, istituita con decreto-legge n. 25/2025.
In un primo momento il provvedimento aveva lasciato fuori, come spesso accade per mancanza di copertura economica, i docenti e il personale ATA con contratti a tempo determinato fino al 30 giugno.
La platea dei beneficiari
Ma le recenti sentenze che sottolineano la necessità di equiparare i precari ai docenti di ruolo ha spinto il ministero a uno sforzo per reperire i fondi necessari ad ampliare la platea dei beneficiari, anche in vista di numerosi ricorsi che in questo modo vengono scongiurati.
Con questi ulteriori 15 milioni si garantisce la polizza sanitaria integrativa a 195.000 docenti e 40.000 unità di personale ATA con contratti fino al 30 giugno. Ogni dipendente scolastico avrò diritto a una polizza da 64 euro.
In attesa degli aumenti di stipendio
Il finanziamento aggiuntivo è valido per gli anni 2026-2029. Già stanziati altri 15 milioni di euro annui a partire dal 2030 per il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. All’orizzonte c’è il nuovo incontro tra ministero e sindacati a fine settembre per discutere del rinnovo del contratto scuola, e anche in questo caso servirà reperire ulteriori fondi per andare incontro alle richieste dei sindacati e alle necessità di docenti e personale ata, anche in virtù della richiesta dei buoni pasto.