Economia & Fisco

Aumento stipendio docenti 2024: ecco perchè l’anticipo erogato insieme alla tredicesima è stato inferiore alle aspettative

Non una bella sorpresa per il personale scolastico, sia docenti che Ata, dopo aver visionato l’anticipo del prossimo rinnovo dei contratti. L’importo è stato pagato contestualmente alla tredicesima prima delle vacanze di Natale. In molti casi, la realtà è stata deludente dal momento che ci si aspettava cifre che alla fine non sono state erogate, risultando inferiori a quelle previste. Le delusioni riguardano coloro i quali percepiscono redditi fino a 35 mila euro.

Il budget del Governo

Il motivo è la detrazione dei contributi che ha colpito l’anticipo. Un provvedimento che ha prodotto i suoi effetti negativi nonostante il diritto alla decontribuzione del 7% per redditi fino a 25 mila euro e del 6% per quelli tra 25 mila e 35 mila euro.

L’impegno del Governo in questo senso è stato notevole, considerato che lo Stato è riuscito a mettere sul piatto quasi 8 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici. Le somme sono state erogate mediante decreto specifico. In questo modo il personale scolastico ha potuto beneficiare di un “acconto” degli aumenti nelle buste paga di dicembre.

L’importo è stato calcolato in modo che fosse pari a 6,7 volte l’indennità di vacanza contrattuale. La brutta sorpresa riguarda il fatto che a dispetto delle aspettative, questo importo non è risultato “neutrale” ai fini della decontribuzione. Lo scopo era fare in modo che i dipendenti non superassero la soglia di reddito e perdessero il beneficio, ma così non è stato.

La conferma di Noipa

Come mai? Lo ha spiegato l’Inps con una circolare, specificando come l’anticipo, nonostante sia neutrale per il calcolo del reddito, è soggetto a una procedura per la quale i contributi previdenziali e assistenziali su di esso vanno comunque versati. La correttezza di questa decisione è stata confermata da NoiPa. Cosa ha comportato nello specifico? Che coloro i quali percepiscono retribuzioni inferiori a 25 mila euro dovranno versare tutti i contributi. Discorso che vale anche per il 7% che non versa sullo stipendio. Non cambia la situazione per chi è collocato nella fascia 25-35 mila euro. Sarà infatti costretto a pagare il restante 6% di contributi.

Il taglio dei contributi

Che effetto avrà tutto ciò sulla firma che i sindacati devono a breve apporre sul rinnovo del contratto? Difficile dirlo adesso, ma la sensazione è che potrebbe complicare la trattativa. Una possibilità porta a pensare che il taglio dei contributi per un reddito fino a 35 mila euro, che vale il 6%, potrebbe essere neutralizzato dall’aumento medio del 5,8% per gli statali. Discorso diverso per chi si trova nella fascia di reddito tra 33 e 35 mila euro. In questo caso l’aumento previsto potrebbe far superare la soglia di 35 mila euro, facendo perdere la decontribuzione. Sarà compito del governo porre rimedio.

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