Scuola

Formazione in servizio docenti: bocciato il decreto ministeriale, troppi punti ambigui e incerti

Brutte notizie da parte del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per quel che riguarda l’atteso parere circa lo schema di decreto ministeriale inerente la valutazione dei percorsi di formazione incentivata per il personale docente. Il Cspi ha dato infatti parere negativo. Lo scopo del decreto era quello di riorganizzare il sistema di formazione iniziale e continua dei docenti.

La formazione in servizio

Nel decreto-legge 36/2022 si parla di formazione continua incentivata per i docenti di ogni ordine e grado. Altro obiettivo quello di realizzare la creazione della Scuola di Alta Formazione dell’Istruzione, il cui fine ultimo è quello di promuovere e coordinare la formazione in servizio dei docenti.

Secondo il CSPI non sono chiare le connessioni tra il decreto in esame e altri provvedimenti attuativi ancora non definiti. Non convince nemmeno la definizione di “figure di sistema” data dal ministero circa i docenti che supportano organizzativamente la scuola.

Le competenze acquisite

Secondo il Cspi, il decreto punta maggiormente a una valutazione incentrata sull’operato complessivo del docente, mettendo in secondo piano il percorso formativo. Questo ricade sulla penuria di criteri specifici per valutare gli obiettivi raggiunti e le competenze acquisite.

Il Cspi ha evidenziato il proprio scetticismo circa il conflitto con il CCNL riguardante la progressione di carriera e le competenze delle autonomie scolastiche nella progettazione delle attività formative.

In caso di valutazione negativa, il decreto parla di “forme di supporto formativo”. Aspetto che non dà certezze circa la procedura per ripetere o superare l’annualità non completata.

La parità di trattamento

Non convince nemmeno il sistema di incentivi economici una tantum, considerato che non andrebbero a beneficio di tutti i docenti ma solo di una parte di essi. Questo stride con la necessità di raggiungere una parità di trattamento tra gli stessi.

Secondo il CSPI le modalità attuative del decreto mostrano i loro limiti se si punta al raggiungimento di obiettivi di innovazione didattica e organizzativa, rafforzamento dell’autonomia scolastica e sviluppo professionale.

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