Scuola

Concorso scuola 2023: le classi di concorso previste per l’integrazione sono quelle con almeno 3 posti disponibili, esclusa l’introduzione di nuove classi di concorso

Il bando per i concorsi scuola 2023 verrà presto integrato con un nuovo DPCM che consentirà l’integrazione dei posti disponibili con altri 14mila posti. Un’integrazione che andrà ad arricchire l’offerta dei due bandi di concorso appena pubblicati che serviranno a reclutare docenti per la scuola di infanzia, primaria e secondaria.

Altri posti in arrivo

Al momento i bandi consentono l’arruolamento di 9.641 posti per scuola di infanzia e primaria e 20.575 posti per la scuola secondaria di primo e secondo grado. I concorsi si svolgeranno sia per posti comuni che di sostegno.

C’è attesa però per capire se come annunciato dal ministero, i numeri pubblicati nel bando saranno destinati ad aumentare ulteriormente.

Le premesse in questo senso sono buone, dal momento che il Ministero dell’Istruzione può contare sul semaforo verde da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’approvazione dell’impiego di altri 14.000 posti. Ora servono solo gli ultimi dettagli per ratificare il tutto. Una volta ufficializzato, il Ministero potrà pubblicare il DPCM contenente l’integrazione del numero dei posti.

Niente nuove classi di concorso

Chi attende novità per quel che riguarda le classi di concorso, seve tenere presente che le classi di concorso previste per l’integrazione sono quelle con almeno 3 posti disponibili. Niente spiragli per l’introduzione di nuove classi di concorso.

La scadenza per la presentazione della domanda è stata stabilita, per ogni bando, per il 9 gennaio 2024 ore 23:59.

Ora, archiviato il doppio bando di concorso 2023, anche se si svolgerà l’anno prossimo, si cerca di capire come il ministero vorrà muoversi nell’ottica dell’organizzazione di un secondo concorso per la scuola secondaria, che fa sempre parte della fase straordinaria dei concorsi PNRR. Un concorso che consentirà di collocare altri 11.000 docenti. I requisiti di accesso saranno simili a quelli del primo concorso, oltre all’integrazione dei 30 CFU per i candidati che li hanno acquisiti o stanno per farlo.

C’è curiosità ora per capire se davvero il ministero riuscirà a mantenere l’impegno di indire concorsi annuali, cosa che consentirebbe nel giro di pochi anni, di fornire alle scuole tutti i docenti necessari senza dover più ricorrere alle supplenze.

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