Graduatorie, Gps e supplenze

Doppio canale reclutamento gps: riguarderà infanzia, primaria e secondaria tenendo conto del merito degli idonei e dell’esperienza

Se il doppio canale di reclutamento diventerà realtà bisognerà certamente annoverare il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, Mario Pittoni, tra i più convinti sostenitori dell’importanza di questa introduzione all’interno del mondo della scuola. Negli ultimi anni sindacati e una parte della politica hanno sempre espresso il loro scetticismo nei confronti di una strategia del reclutamento docenti basata principalmente sui concorsi scuola, che ultimamente hanno però mostrato tutti i loro limiti portando la percentuali di precariato e di richiesta dei supplenti a livelli troppo alti.

Arrestare il ricorso alle supplenze

Proprio su questo punto si concentra il responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, Mario Pittoni, che sottolinea la necessità che sia al più presto invertito il trend che, negli ultimi anni, ha visto la crescita esponenziale delle supplenze a scapito della stabilizzazione dei docenti, prima garanzia di qualità del servizio.

Lo scopo principale della politica nei prossimi mesi dovrà appunto essere quella di velocizzare le assunzioni valorizzando merito ed esperienza. Per fare questo, sono allo studio soluzioni da affiancare al tradizionale concorso per titoli ed esami.

Il ruolo dell’Europa nelle decisioni

Uno degli strumenti che da più parti viene ritenuto idoneo a consentire alla scuola di ridurre il problema del precariato e della supplentite è appunto il doppio canale di reclutamento dei docenti dovrà riguardare tutti i livelli – infanzia, primaria, secondaria – tenendo conto in primo luogo del merito degli idonei e poi dell’esperienza di chi è parcheggiato nelle varie liste d’attesa, così da evitare scontri fra categorie che potrebbero far arenare l’intero progetto. Il percorso della norma, comunque, non sarà quello ipotizzato da qualcuno in questi giorni. Se ne occuperà il ministero, che dovrà, tra l’altro, gestire il passaggio più delicato: l’interlocuzione con Bruxelles.

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