Graduatorie, Gps e supplenze

Doppio canale di reclutamento: uno costituito dalle graduatorie per le supplenze, strutturale e per ogni tipologia di cattedra

C’era grande attesa per la call veloce e ce n’è ancora per comprendere quali saranno i numeri finali di una operazione sulla quale il ministero puntava molto per completare la fase di attribuzione degli incarichi in un’estate dal connotato fortemente simbolico per quel che riguarda la volontà di dare una svolta al mondo della scuola italiana.

Un successo a metà

Ricordiamo che lo scopo della call veloce è quella di fornire una opportunità importante a chi figura nelle graduatorie concorsuali o a esaurimento di una provincia e ambisce a ottenere assunzione in una provincia diversa, nel caso di residui posti vacanti e disponibili al termine delle operazioni standard di assunzione.

Come detto si attendono ancora i numeri ufficiali, ma nel frattempo le prime indiscrezioni non sembrano essere troppo ottimistiche. Va meglio invece per la seconda call veloce limitata ai posti di sostegno e che coinvolge i docenti specializzati inclusi nelle GPS di I fascia. Con questa procedura, si può essere assunti con contratto a tempo determinato sperando poi dopo dodici mesi in un rapporto di lavoro stabile.

Il doppio canale di reclutamento

I sindacati difendono la possibilità di assumere dalle GPS di I fascia e dalle altre graduatorie concorsuali. Una procedura che è andata in soccorso in passato a quello che sarebbe invece stato un flop delle assunzioni. Una procedura al momento valida solo per il sostegno. Invece i sindacati spingono per un sistema di reclutamento a due canali, uno dei quali costituito dalle graduatorie per le supplenze.

L’ambizione è quella di rendere questa strategia strutturale introducendola per tutti i tipi di cattedre. Sperare che si risolva il problema del precariato e della supplentite con i concorsi ordinari sembra ormai obsoleto e utopistico.

Le difficoltà al nord

Il capitolo sostegno mette poi in luce la necessità di aumentare il numero dei docenti specializzati. La loro mancanza si fa sentire soprattutto al nord, carente per quel che concerne l’offerta di percorsi formativi da parte delle Università.