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Nuovo concorso ordinario scuola: riservato ai candidati di scuola secondaria e di infanzia primaria per diventare di ruolo

Il prossimo concorso scuola ordinario sarà sarà riservato ai candidati di scuola secondaria e di infanzia primaria, e consentirà di diventare docenti di ruolo. I sindacati sono scettici circa l’intenzione di insistere sulla strada delle procedure concorsuali per stabilizzare i precari, alla luce dell’evidente fallimento di questo sistema negli ultimi anni.

Doppio canale di reclutamento

Ma il ministero ritiene sia necessario ricorrere a questo meccanismo, partendo dal presupposto che non si può in ogni caso prescindere dal doppio canale di reclutamento, che consente di assumere in tempi più brevi anche da Gps.

In tutto ciò bisognerà ascoltare cosa avrà da dire in merito l’Europa, dal momento che il parere di Bruxelles sarà il vero spartiacque, a prescindere dall’intesa che troveranno ministero e parti sociali.

La fase transitoria

In questo senso diventa fondamentale dare seguito alla fase transitori, per sanare la differenza in termini numerici tra docenti in graduatoria e posti liberi. La fase transitoria consentirebbe poi di passare al reclutamento ordinario con concorso nel 2024.

Un concorso che arriverebbe dopo una lunga pausa di 4 anni, complice anche la pandemia, in virtù del fatto che per i concorsi ordinari gli ultimi bandi sono del 2020.

Concorso latitante

Per la scuola di infanzia e primaria lo svolgimento del concorso è concluso, mentre per la scuola secondaria sono ancora tante le classi di concorso in attesa di prova orale e graduatoria di merito. Situazione che contribuisce ad alimentare lo scetticismo dei sindacati nei confronti di questa soluzione. Le graduatorie non sono state prodotte in tempo utile per le assunzioni dell’anno scolastico 2022/23.

Il ministero per andare incontro ai sindacati sta ipotizzando assunzioni immediate di precari da Gps, che rendano operativo un doppio canale di reclutamento che consentirebbe di occupare un gran numero di cattedre vacanti riducendo in maniera drastica il problema della supplentite in Italia.