Scuola

Aumento stipendio docenti 2023: ecco finalmente l’integrazione media da 120 euro lordi in busta paga

Buone notizie per il personale della scuola in attesa di un ulteriore aumento di stipendio come previsto dall’accordo sottoscritto alla fine dello scorso anno tra sindacati e nuovo ministero dell’Istruzione. Dopo i primi aumenti e il saldo degli arretrati nel periodo di Natale, arriva l’integrazione dell’atto di indirizzo che consentirà di utilizzare i 300 milioni della valorizzazione professionale. Mancano solo gli ultimi dettagli e poi finalmente potrà essere esecutiva.

Aumenti medi di 120 euro lordi

Il passaggio decisivo è stata la controfirma dopo che il documento era già stato sottoscritto dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. L’apposizione finale valida come via libera definitivo dipende dalla controfirma del ministro della Pa, Paolo Zangrillo.

Una volta che verrà sbloccata l’integrazione dell’atto di indirizzo sarà possibile perfezionare la parte economica del rinnovo contrattuale 2019-21. Questo consentirà di completare l’aumento medio a regime di 120 euro lordi per il personale scolastico. Nel frattempo sindacati e ministero stanno andando avanti per concludere la trattativa inerente la parte normativa del contratto scuola, che costituisce parte tutt’altro che semplice da perfezionare.

Rinnovo della parte normativa

Il prossimo passaggio, dopo che l’atto sarà firmato dal ministro della Pubblica Amministrazione, sarà costituito dalla valutazione del Ministero dell’Economia. Sarà questo un passaggio fondamentale perchè consentirà di avere il via libera definitivo.

Come detto poi in agenda ci sono nuovi incontri per sottoscrivere la parte normativa del contratto scuola, già scaduto. Il prossimo appuntamento è previsto per il prossimo 7 febbraio 2023 con la discussione delle parti relative alle singole sezioni contrattuali. Il ministero spinge affinchè si possa arrivare a una risoluzione in tempi brevi, anche perchè parallelamente si va avanti con la discussione della riforma del reclutamento docenti che entro il 2023 dovrà portare a un percorso di stabilizzazione dei precari. In questo senso, oltre all’accordo tra sindacati e ministeri, servirà anche ottenere il via libera da parte dell’Europa.