Scuola

Pagamento supplenze brevi gennaio 2023: si sblocca la situazione, ma è una soluzione temporanea

Si intravede la luce in fondo al tunnel per quel che riguarda la spinosa questione del pagamento delle supplenze brevi. Stipendi in ritardo da mesi che confermano la mancanza di efficacia di una procedura burocratica che finisce per penalizzare una categoria già in difficoltà a causa della condizione di precarietà contrattuale.

Procedura informatizzata stipendi

Una risoluzione, perlomeno temporanea in attesa che venga rivista tutta la macchina burocratica che appesantisce la procedura e rende farraginosa la metodica del saldo stipendi, arriva dall’approvazione in via definitiva della conversione in legge del decreto legge n. 176 del 18 novembre 2022 (“Aiuti quater”).

Grazie al recente provvedimento, le scuole dove sono state svolte le supplenze brevi e saltuarie da settembre in poi, potranno procedere con l’iter che consente di pagare mediante procedura informatizzata gli stipendi. Il tutto deve sempre passare necessariamente da NoiPa che ha il compito di liquidare gli arretrati ai docenti coinvolti.

Stanziati 150 milioni

Per saldare gli stipendi in sospeso, sono stati stanziati 150 milioni. Secondo Cisl Scuola ben venga l’autorizzazione della spesa di 150 milioni del governo. Ma bisogna ricordare chs si tratta di fondi ricavati dal risparmio sull’organico Covid.

Il che rende la soluzione quantomai temporanea. Resta di fondo il problema per cui questi stipendi vengono pagati con un meccanismo in base al quale la spesa per le supplenze brevi viene garantita con appositi stanziamenti previsti a più riprese nel corso dell’anno. Il tutto rende la procedura inefficace.

Meccanismo datato

Il sindacato auspica una misura innovativa che sblocchi il pagamento delle supplenze brevi dal vincolo di una complessa procedura burocratica. Urge la necessità di equiparare il pagamento delle supplenze brevi quantomeno a quello delle supplenze più lunghe, in modo che il saldo degli stipendi con regolarità diventi una regola e non più l’eccezione.

Addio organico covid

Gli stipendi verranno pagati con cifre recuperate grazie ai fondi risparmiati lo scorso anno dall’organico covid, che non è stato più rinnovato dopo la scadenza dei contratti dello scorso giugno. Il fatto che i fondi risparmiati per questo organico siano stati destinati al pagamento di altro tipo di stipendi sancisce di fatto la fine delle speranze per quanti, sindacati ed esponenti politici, fino a pochi giorni fa hanno proseguito la loro battaglia per ripristinare questa forza lavoro.