Scuola

Stabilizzazione precari scuola: via ai percorsi transitori con una fase per risolvere il problema del precariato

Dopo il rinnovo del contratto scuola, il nuovo ministero dell’Istruzione è atteso dalla verifica dell’attuazione del nuovo sistema di reclutamento docenti, e in generale dell’organizzazione dei concorsi scuola, che nel biennio di covid inevitabilmente hanno subito enormi rallentamenti e in alcuni casi stop preoccupanti (come nel caso del concorso abilitante per il quale migliaia di candidati hanno anche già pagato la tassa di iscrizione ma finito nel dimenticatoio).

Il problema del precariato

Il nuovo ministro Valditara ha già specificato di essere in linea di massima d’accordo con la filosofia che c’è dietro la riforma del reclutamento docenti pensata dal ministro Bianchi, e dunque non dovrebbero esserci particolari rivoluzioni, quanto alcuni aggiustamenti.

“Il reclutamento del personale docente rappresenta uno dei passaggi più difficili di tutta la gestione amministrativa. L’Alto numero di aspiranti rappresenta l’attrattività della professione ma è anche il sintomo della presenza di elementi patologici da un lato del problema del precariato e dall’altro al fatto che da tempo non vengono espletate procedure certe, stabili e ricorrenti”.

I percorsi transitori

Lo ha detto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara in audizione davanti alle Commissioni riunite Cultura di Senato e Camera illustrando linee programmatiche del suo dicastero.

In particolare, gli interventi del nuovo esecutivo potrebbero concentrarsi su “alcune migliorie anche in relazione alla riduzione del precariato e i percorsi transitori necessari“.

“L’obiettivo è preciso – spiega Valditara: realizzare un quadro transitorio che a regime sia in grado di garantire la qualità del profilo docente e di attrarre quanti vogliano affacciarsi alla professione, garantendo il necessario rinnovamento generazionale“.

I decreti attuativi per i 60 cfu

Ora non resta che proseguire con i decreti attuativi che erano già in programma da parte del precedente Governo prima dell’estate, ma che poi non sono stati più completati anche in virtù della crisi di Governo. Decreti attuativi che in particolare avrebbero dovuto definire i dettagli dei 60 Cfu abilitanti che le università dovrebbero attuare, sia per quel che riguarda i contenuti che i costi e l’eventuale numero chiuso.